2017-08-30 11:14:00

P. Casalone: eredità cardinale Martini ancora viva e feconda


di Alessandro Gisotti

Ricorre domani, 31 agosto, il quinto anniversario della morte del cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano dal 1980 al 2002. Per farne memoria, il cardinale Angelo Scola celebrerà una Messa di suffragio nel Duomo di Milano alle ore 17.30. In occasione dell’anniversario, sono diverse le iniziative promosse dalla Fondazione Carlo Maria Martini a partire da nuovi contenuti nell’Archivio digitale del sito web della Fondazione. Sul fronte editoriale, è stata lanciata il 23 agosto in partnership con il Corriere della Sera, l’uscita in dvd del film di Ermanno Olmi sugli anni di Martini come arcivescovo ambrosiano. La seconda novità editoriale è il volume edito da Garzanti, Introduzione ai Vangeli sinottici, la riedizione di un fondamentale saggio degli anni in cui Martini era docente al Pontificio Istituto Biblico di Roma. Sull’eredità più forte che Carlo Maria Martini ha lasciato alla Chiesa, a cinque anni dalla sua scomparsa, abbiamo intervistato il presidente della Fondazione Carlo Maria Martini, il padre gesuita Carlo Casolone:

R. - Direi che innanzitutto è la capacità di crescere in una dimensione contemplativa dell’esistenza e in una lettura della storia con questo sguardo alla luce della parola di Dio.

D. - Carlo Maria Martini era un uomo dotato di un carisma straordinario che si vede dura nel tempo e si prolunga nell’orizzonte delle persone che lo conoscono …

R. - Direi proprio di sì, nel senso che anche alla luce del lavoro che stiamo facendo emerge come il suo magistero, il suo modo di ascoltare la Parola di Dio e di connetterla strettamente con l’esistenza di modo che favorisca una maturazione delle coscienze si vede in coloro che l’hanno incontrato e attraverso coloro che l’hanno incontrato, che hanno frequentato gli esercizi spirituali, letture bibliche continua a farsi presente nella storia, nelle attività delle persone e aiuta a trovare senso per le attività e le esperienze che le persone vanno facendo anche  in momenti come i nostri, ma com’erano anche quelli in cui il cardinale Martini ha esercitato il suo ministero ricchi di contraddizioni, di interrogativi, di difficoltà.

D. - Martini e Bergoglio due figli di sant’Ignazio, due fratelli nella Compagnia di Gesù, quali secondo lei sono i tratti più forti di Carlo Maria Martini che si ritrovano nel pontificato di Francesco?

R. - Quando siamo andati a presentare la fondazione Martini a Papa Francesco, lui ci ha detto: “Anche noi in America latina facevamo gli esercizi spirituali attraverso quello che Martini predicava e scriveva”. Quindi questa capacità di coniugare la pedagogia ignaziana, cioè quella ispirazione che caratterizza gli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio come cammino personale di incontro con Dio e per Martini soprattutto la Parola di Dio. Per Bergoglio forse più direttamente l’esistenza di incontro con le persone perché l’esperienza biblica di Martini - è stato docente e studioso della Scrittura - sicuramente lo ha influenzato da questo punto di vista, mentre Bergoglio in quanto latinoamericano ha un approccio all’attività pastorale e anche all’incontro con le persone che è molto sensibile all’esperienza vissuta, all’incontro fatto direttamente con la realtà e con le persone.

Ascolta e scarica l'intervista a padre Casalone








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