2017-08-14 11:02:00

Il vescovo di Ascoli: la burocrazia contro i terremotati


Quasi un anno fa, il terremoto che colpì il Centro Italia. Il commissario straordinario alla ricostruzione Vasco Errani ha detto che "per quello che riguarda la zona franca, il governo ha assicurato che, per i prossimi due anni, entro i 'de minimis', tutte le imprese non pagheranno né tasse né contributi". Alcuni sindaci della zona, tra cui quello di Amatrice, Sergio Pirozzi, hanno però chiesto di accelerare con la ricostruzione. Quei territori come si stanno preparando per ricordare il sisma del 24 agosto scorso? Alessandro Guarasci ha sentito il vescovo di Ascoli Piceno, mons. Giovanni D'Ercole:

R.- Primo, fare tesoro dell’esperienza fatta in questo anno; secondo, guardare al futuro non come un ritorno al passato, ma come qualcosa da rifondare insieme come comunità, unendo insieme le forze, perché il terremoto ha sparpagliato tutta la gente; terzo, fare delle tradizioni del passato un’eredità importante da rivivere, pur se sono cadute le chiese farle rivivere come un’eredità spirituale e sociale che rende le comunità unite in modo da tramettere questo patrimonio ai giovani.

D. - State pensando a celebrazioni in particolare?

R. - Le celebrazioni saranno molto semplici. Abbiamo pensato ad una veglia che però coinvolgesse tutti. Si svolgerà la notte del 24, anniversario del terremoto, si completerà con preghiere in ricordo delle vittime verso le 3.36 di notte, e tutto finirà per le 4.00–4.30. Sarà una notte trascorsa nel ricordo ma anche con testimonianze di speranza. Invece la celebrazione della Messa sarà nel pomeriggio del 24 nella zona terremotata, a cui invitiamo tutti gli altri comuni ad Arquata, quindi a Pescara del Tronto di Arquata vicino alla chiesa nuova che è stata creata ed inaugurata domenica 6 agosto. Lì ci sarà una celebrazione eucaristica che presidierò ovviamente insieme ai sacerdoti della diocesi e insieme a tutta la gente. Sarà quello il momento in cui ripartiremo per nuovi progetti, tenendo conto di quello che è stato fatto, ma con una volontà comune di ricostruire insieme non come prima, ma se possiamo, meglio di prima.

D. - Ripartire assieme. C’è però un certo malcontento sia tra i sindaci della zona sia tra le persone della zona sulla ricostruzione; ancora molte macerie non sono state portate via. che cosa ci può dire?

R. - Ci sono delle difficoltà. Le istituzioni hanno effettivamente delle problematiche al loro interno che io riassumo in una parola che il Papa ha già detto molte volte: la burocrazia eccessiva di questo Paese, che praticamente rallenta tutto e impedisce anche a uomini di buona volontà che fanno parte delle istituzioni, di poter intervenire più alacremente. Questo è un problema reale, che esiste e nei confronti del quale ovviamente anche noi non possiamo fare nulla. Per esempio ci hanno espropriato dalle chiese, nel senso che saranno ricostruite dal Ministero dei Beni culturali. Se ci dessero la possibilità di farle da noi, potremmo sicuramente dare un contributo più rapido. Mi auguro che questo venga compreso in modo avvalersi al più presto possibile della nostra collaborazione. Laddove il commissario, il Ministero, hanno voluto coinvolgere i vescovi quest’anno, abbiamo fatto dei passi e la collaborazione è ottima. Esistono quindi dei problemi oggettivi legati anche al tempo; non si può ricostruire tutto in un momento. Per cui le difficoltà, le lentezze laddove ci sono responsabilità vanno denunciate, ma al tempo stesso bisogna invitare tutti a corresponsabilizzarci tutti quanti.

Ascolta e scarica il podcast dell'intervista a mons. Giovanni D'Ercole:








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