2017-08-12 14:30:00

Mostre al Meeting di Rimini: dal lavoro alla Rivoluzione russa


di Luca Collodi

Al via a Rimini, il prossimo 20 agosto, il Meeting per l’amicizia fra i popoli promosso da Comunione e Liberazione. L’evento vedrà susseguirsi per una settimana incontri, tavole rotonde e dibattiti sul tema “Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo, per possederlo”, citazione tratta dal Faust di Goethe. Tra gli appuntamenti, anche alcune interessanti mostre come quella che ricorda il centenario della Rivoluzione d’ottobre in Russia oppure quella che affronta il tema del lavoro nella società contemporanea. Ma che esperienza potranno fare i visitatori? Lo abbiamo chiesto ad Alessandra Vitez, responsabile dell'Ufficio Mostre del Meeting dal 1998:

R. – I visitatori sono chiamati a fare un’esperienza che non ha a che fare con un pezzo di storia, un pezzo del passato, appena da guardare e conoscere; ma è chiamato ad immedesimarsi con questo pezzo di storia, a fare un’esperienza ponendosi delle domande rispetto alla vita di oggi.

D. – “Come dialogare mantenendo la propria identità”: le mostre del Meeting come raccolgono questa provocazione?

R. – Le mostre del Meeting la raccolgono in pieno e mettono al centro l’uomo con il proprio bisogno di verità. Perché tutte queste domande che si pongono, alla fine hanno un’unica grande domanda al centro: gli uomini di che cosa hanno veramente bisogno e qual è la verità di cui hanno bisogno? Noi abbiamo iniziato questo percorso dal punto di vista artistico e anche da altri punti di vista: per esempio quest’anno è stato interessantissimo affrontare con i giovani appena usciti dall’università e affacciati al mondo del lavoro, tutto il tema del lavoro. Ma è stato interessante vedere le domande dei giovani: loro hanno posto delle domande al mondo del lavoro e sono domande semplici: cosa ha a che fare la mia vita personale con la vita del lavoro? È importante per me accettare un lavoro che sia diverso da quello che ho studiato in tutti questi anni di università? E se poi devo incontrare un fallimento, come posso affrontare questa situazione e potermi risollevare? Ecco, i giovani hanno posto queste domande a grandi imprenditori e a lavoratori e hanno cercato di trarre da queste risposte un insegnamento, perché loro ritengono importante avere dei maestri: che cosa ci insegnano i maestri oggi? Alcuni pensano di non accogliere nessuna eredità, ma andando al fondo e ponendo delle domande semplici e giuste, ci si rende conto che in realtà le generazioni prima di questa - le vecchie generazioni - hanno tanto da lasciare. Un’altra grande mostra è quella dedicata al centenario della Rivoluzione russa. È stato un evento che ha rivoltato la storia mondiale e di cui noi però siamo figli. Per noi europei oggi, infatti, è veramente necessario capire questa rivoluzione per scoprire le radici dell’attuale crisi culturale dell’Europa di cui vediamo i tragici risultati: la frammentazione della persona; le contrapposizioni a livello politico e culturale… C’è stato un momento, all’inizio della Rivoluzione russa – e noi parleremo di questo momento – in cui la delegittimazione del potere, il vuoto, la sostituzione dell’uomo con Dio e dell’uomo con l’uomo stesso, hanno portato a una situazione tale di cui oggi vediamo ancora le conseguenze.

D. – Quando la Chiesa abbandona il vivere a contatto col mondo e la cultura e si chiude in una religiosità intimista, privata, senza rapporto con la vita reale, da lì nascono tanti mali …

R. – Infatti, nella mostra c’è una citazione bellissima di Berdjaev, un autore russo dei primi anni del 900, che diceva: “Ma è la Chiesa che ha abbandonato il popolo o è il popolo che ha abbandonato la Chiesa?”. Questo è un rapporto che deve essere costante: questi due aspetti, l’aspetto della Chiesa e l’aspetto della fede, se non vissuti dentro i fatti di cultura e di educazione, i fatti sociali, spingono l’uomo a vivere in una doppiezza della sua persona tale per cui non riesce neanche a riconoscere più quello che la realtà gli pone come problematicità.








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