2017-07-25 11:36:00

India. Invito dei vescovi a partecipare al Black Day


Marce, incontri, manifestazioni, digiuni, petizioni e veglie di preghiera. Così, anche quest’anno, sarà celebrato il 10 agosto, in tutta l’India, il “Black Day”, la Giornata Nera di lutto contro la discriminazione dei dalit (fuori-casta) cristiani e musulmani,  indetta per la prima volta nel 2010 dalla Conferenza episcopale indiana (Cbci), insieme al Consiglio nazionale delle Chiese (NCCI) e dal Consiglio nazionale dei Dalit Cristiani (Ncdc).

La data ricorda l’approvazione, il 10 agosto 1950, dell’art. 3 del Constitution Scheduled Castes Order, il decreto costituzionale che concede speciali diritti e benefici solo alle cosiddette ”Caste registrate” (Scheduled Castes) di religione indù. Diritti successivamente estesi anche ai dalit buddisti e sikh, ma da cui continuano ad essere invece esclusi i dalit convertiti al cristianesimo o all’islam.

I dalit cristiani e musulmani, con in prima fila la Chiesa cattolica, da anni chiedono la cancellazione della norma considerata incostituzionale, in quanto discriminatoria e quindi contraria al principio di uguaglianza. Una petizione civile in tal senso presentata nel 2004, è ancora pendente di fronte alla Corte Suprema dell’India. Ciò significa, sostiene la Conferenza episcopale indiana (Cbci), che “i diritti costituzionali dei dalit cristiani e musulmani sono negati da 67 anni a causa della religione”.

Di qui l’invito rivolto a tutti i cristiani in India da mons. Anthonisamy Neethinathan, presidente dell’Ufficio per le caste e tribù svantaggiate della Cbci, a partecipare anche quest’anno alle iniziative della giornata e “a usare i mezzi di comunicazione, e in particolare i social media”, per sensibilizzare la società civile. Così afferma il vescovo, citato dall'agenzia Asianews, “nelle vostre aree potete mostrare sostegno e solidarietà ai cristiani che soffrono a causa delle loro umili origini".(a cura di Lisa Zengarini)








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