2017-07-20 11:10:00

Il vescovo di El Paso: no a militarizzazione delle frontiere


No alla demonizzazione degli immigrati, alla militarizzazione della frontiera ed al sistema di immigrazione statunitense che divide le famiglie: lo chiede il vescovo della diocesi di El Paso, in Texas, Mons. Mark J. Seitz, in una lunga Lettera pastorale intitolata "Il dolore e il lutto fuggono via". Ribadendo che la sicurezza del Paese non può essere utilizzata come un "pretesto per costruire muri e chiudere la porta a migranti e rifugiati", il presule - citato dall’Agenzia Fides - chiede ai cattolici di ascoltare gli insegnamenti della Chiesa per accogliere gli immigrati: "Dio ha creato un mondo dove c'è posto per tutti", scrive.

"Come Pastore - aggiunge mons. Seitz - il mio dovere è quello del Vangelo di Gesù Cristo" e quindi "trattare lo straniero che soggiorna fra di voi come se fosse uno nato tra voi". Mons. Seitz ha anche criticato il sistema che distrugge "l'impegno storico del Paese per rifugiati e richiedenti asilo". La Lettera pastorale contiene diverse testimonianze dello stesso vescovo riguardo ai migranti, per far riflettere sulla situazione che vivono le comunità di frontiera e la popolazione del Centroamerica nel "viaggio della speranza". Il presule ricorda anche la Messa di Papa Francesco nel febbraio 2016 a Ciudad Juarez, al confine tra Stati Uniti e Messico, durante la quale il Pontefice lanciò un forte appello contro la morte e lo sfruttamento dei migranti.

Forte, inoltre, la denuncia di mons. Seiz in relazione al fatto che "i leader eletti non hanno ancora trovato il coraggio morale di mettere in atto una riforma dell'immigrazione permanente e completa”, che non permetta che siano i migranti a pagare il prezzo del sistema attuale. La Lettera pastorale si conclude con un richiamo all’unità: "Ci troviamo divisi da un muro o da un fiume, da un’economia di esclusione e dalle politiche di migrazione ingiuste; ma malgrado tutto ciò che ci divide, Cristo costruisce la nuova umanità, portandoci insieme nella nuova Gerusalemme".








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