2017-07-19 12:25:00

Crisi in Venezuela: in campo Argentina, Colombia, Messico


Di Benedetta Capelli

Si cerca uno spiraglio nella crisi in Venezuela. Argentina, Colombia e Messico, secondo fonti di stampa, starebbero studiando un salvacondotto per il presidente Maduro in modo che possa lasciare il Paese. Intanto il capo di Stato ha confermato  di voler andare avanti con il suo progetto di Assemblea costituente, nonostante le minacce di sanzioni economiche da parte degli Usa. Maduro ha definito “volgari” le interferenze straniere, ribadendo l’appuntamento elettorale del prossimo 30 luglio. "Noi prenderemo decisioni che ci permetteranno di neutralizzare questo interventismo grossolano pretendono di darmi ordini e che io obbedisca a Santos, Trump e Temer - ha detto Maduro riferendosi ai presidenti colombiano, americano e brasiliano - questo non sarà mai, l'unico che mi dà ordini è il popolo venezuelano".

Maria Rosaria Stabili, docente di Storia dell'America Latina all’Università degli Studi Roma Tre, ritiene che un ruolo molto importante nel convincere Maduro ad allontanarsi lo abbia soltanto Cuba, viste le relazioni che l'Avana e Caracas hanno intrecciato in passato. Sull'interesse che Raul Castro possa avere nel dire la sua sulla crisi venezuela, la professoressa Stabili ritiene che ormai si è dinanzi ad una situazione senza uscita e che il presidente Maduro sia ormai indifendibile. In passato il Venezuela ha avuto rapporti molto stretti con Castro, ricevendo petrolio, mentre i cubani negli anni hanno assicurato il loro appoggio alle politiche di Chavez prima e di Maduro poi. Certamente tutti gli sforzi e tutte le iniziative sono benvenute ma secondo Maria Rosaria Stabili la soluzione non è per nulla vicina.

Inoltre sarebbero soltanto propagandistiche le dichiarazioni di Maduro riguardo l'ultima vittima di domenica, giorno del referendum. Secondo il capo di Stato dietro all'uccisione di una 60enne ci sarebbe "la mano dell'ambasciata americana" a Caracas, che vuole creare ''falsi massacri'' nel Paese. Accuse che gli Stati Uniti hanno respinto con decisione. 

 

Ascolta e scarica il podcast dell'intervista integrale a Maria Rosaria Stabili:

 

 








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