Se il 58,7% dei giovani con meno di 18 anni sono poveri, “è evidente che questo è il segno di qualcosa che non si è potuto risolvere”. “Tutti siamo responsabili, in un modo o nell'altro: anche se abbiamo 30 anni di democrazia, una conquista molto grande, resta ancora da risolvere il tema dell'equità. I livelli di povertà strutturale non si sono potuti abbassare”. E’ quanto ha affermato l’arcivescovo di Rosario, mons. Edoardo Eliseo Martin, commentando i recenti risultati di una ricerca effettuata dall’Universidad Católica Argentina (Uca). In base a tale studio, 7,6 milioni di bambini e adolescenti argentini hanno gravi carenze.
Scarso accesso alla casa e alla salute
Nella ricerca si precisa che i dati riflettono la situazione del 2015, ma sono inferiori
a quelli del 2010, quando la percentuale di bambini con carenze strutturali era del
63,7%. I numeri più allarmanti – ricorda l’agenzia Fides – riguardano gli indicatori
che misurano l'accesso alla casa e alla salute, dove le privazioni raggiungono rispettivamente
il 25,2% e il 22,7% dei giovani. Seguono l’accesso alle informazioni, 18,8%, e ai
servizi igienico-sanitari, 17,8%. Non hanno accesso all’istruzione il 15,4% dei ragazzi
e l’8,7% non ha un'alimentazione adeguata. Inoltre tra il 2010 e il 2016 la povertà
infantile in Argentina è scesa di 5,1 punti percentuali e il tasso di giovani con
privazioni estreme tra il 2015 e il 2016 è sceso dal 15,9% al 14,8%.
Appello alla responsabilità sociale
Mons. Marin ha infine ricordato che la Chiesa da anni, in vari documenti, ha ribadito
la centralità della responsabilità sociale. “Quello che diciamo alla leadership –
ha detto il presule - è che deve avere molta umiltà, e praticare il dialogo”. “E'
chiaro che per raggiungere un consenso sulle politiche statali – ha concluso - bisogna
aspettare dopo le elezioni".
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