“Il genere non può essere separato dalla sessualità biologica o scelto”. È quanto ribadisce la Conferenza episcopale del Canada (Cecc-Cccb) che, in una nota, esprime così le sue forti perplessità su una nuova legge approvata lo scorso giugno dal Parlamento di Ottawa che aggiunge ai motivi di discriminazione sanzionabili dal Codice penale quello dell’identità di genere e dell’espressione di genere.
La Chiesa è contro le discriminazioni
L’obiettivo del provvedimento, passato sotto il nome C-16 è – secondo i suoi relatori
- di tutelare legalmente dalla propaganda di odio gruppi che si distinguono per la
loro identità di genere (come è il caso ad esempio del trans-sessuali). “La Chiesa
– si legge nella nota – considera tutte le persone, quale che sia il modo in cui esse
si identificano o lo stile di vita che scelgono, come investite di una dignità intrinseca
conferita loro da Dio nostro Creatore”. Di conseguenza essa considera ingiusta “ogni
forma di discriminazione e di violenza contro una persona, comunità o categoria di
persone”. In questo senso l’obiettivo anti-discriminatorio della legge è di per sé
condivisibile.
La teoria di genere contraria alla legge naturale e alla rivelazione cristiana
Tuttavia – sottolineano i vescovi - alcuni principi ad esso sottesi, che pure hanno
un ampio consenso nella società oggi, non potrebbero essere sostenuti dai cattolici.
Il più grave è quello che pretende che il genere possa essere separato dalla sessualità
biologica o scelto dall’individuo: “Questo principio chiave della moderna teoria di
genere è contrario alla legge naturale e alla rivelazione cristiana e per questo è
esplicitamente condannato da Papa Francesco e da Benedetto XVI. Come si legge, infatti,
nella Genesi (1,26-27) siamo creati “maschio e femmina”, mentre il Catechismo della
Chiesa cattolica afferma che “spetta a ciascuno, uomo o donna, riconoscere ed accettare
la propria identità sessuale” che comprende “la differenza e la complementarità fisiche,
morali e spirituali” ed ”esercita un'influenza su tutti gli aspetti della persona
umana, nell'unità del suo corpo e della sua anima”.
In pericolo la libertà di parola e religiosa
A preoccupare particolarmente i vescovi canadesi sono le implicazioni della C-16 per
la libertà di parola, di associazione e per quella religiosa. Di qui l’esortazione
rivolta ai cattolici e a tutte le persone di buona volontà “a difendere queste libertà
e la concezione della dignità umana sulle quali sono fondate” .(A cura di Lisa Zengarini)
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