2017-07-08 07:58:00

G 20. Trump e Putin trovano intesa per una tregua in Siria


Un accordo per il cessate il fuoco nel sud-ovest della Siria è il risultato del primo incontro tra i presidenti degli Stati Uniti Donald Trump e della Russia Vladimir Putin, nell’ambito del G20 che si tiene ad Amburgo, in Germania. Ieri ci sono stati duri scontri tra manifestanti e polizia: il bilancio è di 159 agenti e circa 100 no global feriti. Un centinaio i dimostranti fermati. Clima e commercio saranno i temi affrontati oggi dai leader delle prime 20 economie del mondo. Il servizio di Marco Guerra:

Il cessate-il-fuoco nel sudovest della Siria concordato tra Stati Uniti e Russia entrerà in vigore domenica 9 luglio a mezzogiorno, ora di Damasco. L’annuncio è stato dato da funzionari statunitensi e dal governo giordano, coinvolto nell'intesa. Al momento non sono stati resi noti altri dettagli del piano, ma il segretario di Stato americano Tillerson ha riferito che Trump e Putin hanno parlato anche “di altre aree dove è possibile la de-escalation”, sperando di replicare l'accordo ovunque nel Paese. Sempre secondo Tillerson l’intesa rappresenta un primo segno di sintonia tra Mosca e Washington.

Nel bilaterale durato oltre due ore i presidenti hanno parlato anche di Ucraina, lotta al terrorismo, criminalità informatica e della presunta ingerenza russa nelle elezioni presidenziali americane, negata dal leader del Cremlino. Oggi seconda e ultima giornata del G20. Sul tappeto i temi del clima e del commercio, con gli Stati Uniti a guidare il dissenso in favore di politiche protezionistiche.

L’Italia porta al tavolo anche la questione dei migranti. Gentiloni non si rassegna al rifiuto di aprire i porti degli altri Paesi Ue che si affacciano sul Mediterraneo. Non possiamo accogliere tutti in Italia ha detto il primo ministro facendo eco al segretario del Pd, Matteo Renzi.

Per un commento sulle principali sfide del G20 sentiamo Fulvio Scaglione, esperto di politica internazionale:

R. – Il G20 desta molte aspettative, perché molti – anzi, moltissimi – sono i problemi sul tavolo. E’ chiaro che una ampia quantità di queste aspettative è destinata a essere delusa perché – appunto – la massa di problemi è tale e i pareri soprattutto delle grandi nazioni sono su molti temi assolutamente divergenti. Direi che la caratteristica di questo G20 è un po’ quella di avere gli Stati Uniti di Donald Trump al centro dell’arena, perché chiaramente la politica di Donald Trump ha scompigliato molte carte; insieme a Trump è arrivata anche la Brexit e quindi è chiaro che c’è uno stato di notevole confusione generale tra queste 20 nazioni che si riuniscono per trovare almeno qualche punto comune su due-tre questioni fondamentali.

D. – Negli incontri bilaterali è emerso un certo malumore su alcune posizioni dell’America riguardo al protezionismo e all’ambiente: si cercherà di far tornare gli Usa nell’ambito degli Accordi di Parigi. Si allarga la frattura tra Europa e Stati Uniti?

R. – In un certo senso, sì. Resta il fatto che sia gli Stati Uniti sia l’Europa hanno bisogno l’uno dell’altro e quindi dovranno trovare prima o poi un qualche terreno di intesa. I temi dell’Accordo di Parigi sull’ambiente e del protezionismo sono stati temi caldi per Donald Trump durante la campagna elettorale: sono due dei temi che gli hanno consentito di arrivare alla presidenza, quindi è difficile immaginare su questo terreno svolte rapide, in breve tempo, da parte del presidente americano. Non bisogna dimenticare che per quanto a noi la politica di Trump possa sembrare almeno – per usare un eufemismo – ondivaga, nondimeno nelle sei elezioni suppletive che ci sono state dal momento della sua ascesa alla presidenza a oggi hanno sempre vinto – negli Stati Uniti – dei candidati repubblicani. Quindi, l’America profonda che lo ha portato alla presidenza continua a restare abbastanza attaccata a lui, alla sua figura, alle sue posizioni. Quindi, non dovremo farci troppe illusioni. E’ chiaro che anche gli Stati Uniti non possono fare completamente corsa a sé e credo che soprattutto sul tema del protezionismo commerciale scenderanno a più miti consigli.

D. – Papa Francesco ha rivolto un messaggio ai partecipanti al G20 in cui è tornato a chiedere un impegno per uno sviluppo inclusivo e sostenibile di tutti i popoli. C’è questa rinnovata richiesta di un approccio multilaterale alle crisi mondiali …

R. – Sì: il Papa ha proposto al G20 un messaggio molto forte e intenso, in cui sostanzialmente ricorda ai grandi, ai potenti della Terra, che il nostro pianeta è abitato da problemi così gravi e così profondi che possono essere risolti solo con uno sforzo collettivo. In questo senso il Papa riprende e sostiene la causa del multilateralismo, perché ci sono questioni così ampie, come appunto l’ambiente, il problema dei flussi migratori, il problema della povertà che possono essere risolti solo con uno sforzo comune e concorde.

 

 








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