2017-07-07 14:37:00

G20: Europa e Usa uniti sul terrorismo ma distanti sul clima


Ad Amburgo, in Germania, si è aperto il G20. La giornata è iniziata con nuove tensioni e la polizia ha chiesto rinforzi per fronteggiare i disordini, il cui bilancio provvisorio è di 45 manifestanti arrestati e 156 agenti feriti. Intanto il vertice ha preso il via con una sessione dedicata al terrorismo e la sicurezza, preceduta da diversi incontri bilaterali tra i grandi della terra. Il servizio di Marco Guerra:

Ambiente, sicurezza e protezionismo economico. Sono tanti i nodi irrisolti sul tavolo dei potenti del pianeta. Questioni sulle quali si cerca di ridurre le distanze tra Europa e Stati Uniti. "Siamo ancora in trattativa, e ci sono diverse opzioni",  così la cancelliera tedesca Merkel prima del vertice riguardo la posizione che i leader del summit produrranno sul clima. La Merkel ha tenuto un ‘incontro di un ora con Trump. E pressioni sull’inquilino della Casa Bianca arrivano anche dalla premier inglese May che auspica un ritorno degli Usa nell’accordo di Parigi. Il presidente della Commissione Europea Juncker attacca invece le misure protezionistiche americane sull’acciaio e annuncia contromosse dell’Ue. Doverosa l’unità sul terrorismo sottolinea il primo ministro Gentiloni all’inizio dei lavori. “È centrale – dice il premier italiano - lottare contro i  finanziamenti e contro la radicalizzazione”. Attesissimo il primo faccia a faccia mai avvenuto finora tra Trump e Putin, quest’ultimo si dice pronto a porre molte domande. Per un commento sulle principali sfide sentiamo Fulvio Scaglione, esperto di politica internazionale:

R. – Il G20 desta molte aspettative, perché molti – anzi, moltissimi – sono i problemi sul tavolo. E’ chiaro che una ampia quantità di queste aspettative è destinata a essere delusa perché – appunto – la massa di problemi è tale e i pareri soprattutto delle grandi nazioni sono su molti temi assolutamente divergenti. Direi che la caratteristica di questo G20 è un po’ quella di avere gli Stati Uniti di Donald Trump al centro dell’arena, perché chiaramente la politica di Donald Trump ha scompigliato molte carte; insieme a Trump è arrivata anche la Brexit e quindi è chiaro che c’è uno stato di notevole confusione generale tra queste 20 nazioni che si riuniscono per trovare almeno qualche punto comune su due-tre questioni fondamentali.

D. – Negli incontri bilaterali è emerso un certo malumore su alcune posizioni dell’America riguardo al protezionismo e all’ambiente: si cercherà di far tornare gli Usa nell’ambito degli Accordi di Parigi. Si allarga la frattura tra Europa e Stati Uniti?

R. – In un certo senso, sì. Resta il fatto che sia gli Stati Uniti sia l’Europa hanno bisogno l’uno dell’altro e quindi dovranno trovare prima o poi un qualche terreno di intesa. I temi dell’Accordo di Parigi sull’ambiente e del protezionismo sono stati temi caldi per Donald Trump durante la campagna elettorale: sono due dei temi che gli hanno consentito di arrivare alla presidenza, quindi è difficile immaginare su questo terreno svolte rapide, in breve tempo, da parte del presidente americano. Non bisogna dimenticare che per quanto a noi la politica di Trump possa sembrare almeno – per usare un eufemismo – ondivaga, nondimeno nelle sei elezioni suppletive che ci sono state dal momento della sua ascesa alla presidenza a oggi hanno sempre vinto – negli Stati Uniti – dei candidati repubblicani. Quindi, l’America profonda che lo ha portato alla presidenza continua a restare abbastanza attaccata a lui, alla sua figura, alle sue posizioni. Quindi, non dovremo farci troppe illusioni. E’ chiaro che anche gli Stati Uniti non possono fare completamente corsa a sé e credo che soprattutto sul tema del protezionismo commerciale scenderanno a più miti consigli.

D. – Questo vertice serve a far dialogare le grandi potenze. Il più atteso di questi incontri è tra Putin e l’inquilino della Casa Bianca, il primo …

R. – Io credo che anche qui si debba mantenere una linea piuttosto prudente, perché sappiamo bene quali siano i condizionamenti intorno a questo incontro. Donald Trump è stato praticamente ingabbiato con la questione del “Russia-gate” e non potrà certamente fare delle aperture a Putin troppo larghe o clamorose perché questo si ripercuoterebbe immediatamente contro di lui nella politica interna americana. Credo che anche Putin starà abbastanza sulle sue perché è un leader molto freddo, calcolatore e vorrà sicuramente capire che tipo di itnerlocutore sia realmente Trump, al di là della retorica, delle accuse e delle polemiche. Non credo però che ci si debba attendere un’improvvisa amicizia con baci e abbracci tra due Paesi così grandi, così importanti, e anche così ricchi di problemi e sostanzialmente avviati su due strade divergenti.

D. – Papa Francesco ha rivolto un messaggio ai partecipanti al G20 in cui è tornato a chiedere un impegno per uno sviluppo inclusivo e sostenibile di tutti i popoli. C’è questa rinnovata richiesta di un approccio multilaterale alle crisi mondiali …

R. – Sì: il Papa ha proposto al G20 un messaggio molto forte e intenso, in cui sostanzialmente ricorda ai grandi, ai potenti della Terra, che il nostro pianeta è abitato da problemi così gravi e così profondi che possono essere risolti solo con uno sforzo collettivo. In questo senso il Papa riprende e sostiene la causa del multilateralismo, perché ci sono questioni così ampie, come appunto l’ambiente, il problema dei flussi migratori, il problema della povertà che possono essere risolti solo con uno sforzo comune e concorde.








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