Papa Francesco interviene nuovamente sulla vicenda del piccolo Charlie, il bimbo di 10 mesi ricoverato in un ospedale a Londra per una malattia rara che i medici definiscono incurabile e vogliono staccare la spina per non cadere in ciò che dicono sia accanimento terapeutico. Il suo appello è che si ascolti la volontà dei genitori. Il servizio di Sergio Centofanti:
“Affetto e commozione”: con questi sentimenti Francesco sta seguendo la vicenda del piccolo Charlie Gard. Lo ha riferito ieri sera il direttore della Sala Stampa vaticana, Greg Burke. Il Papa “esprime la propria vicinanza ai suoi genitori” e prega per loro “auspicando che non si trascuri il loro desiderio di accompagnare e curare sino alla fine il proprio bimbo". Dunque, pur nella complessità del caso, con i medici che non vogliono infliggere nuove sofferenze al bambino, il cui cervello è stato intaccato e non risponde più agli stimoli, il Papa si mette al fianco dei genitori che chiedono di continuare a provare a curare il loro figlio. Grazie ad una colletta internazionale vorrebbero portarlo negli Stati Uniti per sottoporlo a una terapia sperimentale, ma l’ospedale ha deciso di staccare il respiratore artificiale che lo tiene in vita. Una decisione rinviata solo di qualche tempo.
Il Papa si era già riferito alla vicenda venerdì scorso, scrivendo in un tweet che "difendere la vita umana, soprattutto quando è ferita dalla malattia, è un impegno d'amore che Dio affida ad ogni uomo".
Ieri don Carmine Arice, Direttore dell'Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, ha detto che strutture cattoliche, come il Gemelli o il Bambino Gesù, sarebbero ben disposte ad accogliere il piccolo. In particolare don Arice, come tanti, critica il fatto che i genitori siano espropriati della loro libertà di scelta riguardo alla sorte del figlio e che sia lo Stato a decidere al loro posto. Ora, anche il Papa chiede di ascoltare il papà e la mamma che desiderano curare Charlie sino alla fine.
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