2017-07-02 11:47:00

Di Raffaello due figure femminili ai Musei Vaticani


Sono opera di Raffello, due figure femminili della Sala di Costantino, nei Musei Vaticani. La conferma arriva dalla squadra internazionale di restauratori guidati da Fabio Piacentini e coordinati da Maia Ludmilla Pustka, che da due anni lavora nell’imponente sala destinata a banchetti, nomine di cardinali e ricevimenti ufficiali. Si tratta delle raffigurazioni della “Comitas” – amicizia, in latino – e della Giustizia, straordinari e unici esempi di olio su muro nel contesto dei grandiosi affreschi circostanti. L’emozione di questa scoperta nelle parole della coordinatrice del restauro Maia Ludmilla Pustka al microfono di Gabriella Ceraso:

R. – L’emozione è stata grande. Non possiamo dire che sia una scoperta “caduta dal cielo”, in quanto siamo andati a cercare dove potesse essere realmente Raffaello, perché già da Vasari in poi si sapeva che fosse comunque Raffaello a seguire il grande progetto delle “Stanze”, e concludeva l’intero appartamento con una sua partecipazione nel Salone di Costantino. Abbiamo appena concluso la scena della “Visione della Croce” all’interno della quale, all’angolo, c’è la figura della “Comitas”, che è la prima da noi studiata per capirne bene le differenze con il resto della pittura. Ed è questo che ci ha guidato nella giusta interpretazione, in quanto è dipinta ad olio sul muro e Raffaello – e qui si riconosce la sua mano – usa una tecnica a lui conosciuta su tavola. Quindi, le analogie, l’uso del colore, il riconoscimento dei pigmenti, la tavolozza chiara a Raffaello noi la ritroviamo su questa figura.

D. – Quindi lui sul muro applica uno strato di cera …

R. - … di cera, per far sì che l’olio tenga, ben adeso; usa una strategia tecnica innovativa per quei tempi, e noi lo riconosciamo proprio per questo. In più, accanto, abbiamo appena iniziato il restauro della grande scena della “Battaglia di Ponte Milvio”: sulla destra si vede la figura della Giustizia, anch’essa dipinta a olio …

D. – Quindi in questo Salone di Costantino, questi sono gli unici due olii su muro?

R. – Sì. Questo cosa ci fa pensare? Che forse lui inizia da queste figure per dare un po’ una sorta di tabella-colore, una sorta di tecnica che lui forse vuole continuare ma non riesce, perché poi purtroppo sopraggiunge la morte. E quindi i suoi aiuti, altrettanti maestri, continuano dipingendo però in affresco, anche se ci sono delle finiture a secco, e lo fanno in modo timido ma puntuale, in quanto riescono a usare il colore a mo’ di olio – ma non è olio …

D. – Lei le ha viste, noi no: se le dovesse descrivere, che cosa direbbe di queste due figure femminili?

R. – Sono qualcosa di straordinario: gli incarnati, le vesti, il modo di realizzare i volti è qualcosa di delicatissimo e sublime; il messaggio che lui dà è sicuramente una fermezza per quello che rappresenta la Giustizia. E lo stesso è per la “Comitas”: una grande sensibilità, una grande femminilità, soprattutto, di espressione, quell’atteggiamento così dolce, cauto … Sicuramente a noi tecnici ha dato un’emozione molto grande, di grande calore, ecco. Mi auguro che questo possa trasparire anche dalle immagini che tutti potranno vedere in futuro.








All the contents on this site are copyrighted ©.