“Il nostro obbiettivo era fare luce sul fatto che una parte crescente dei fondi per l’aiuto allo sviluppo stanziati dall’Unione Europea per la lotta alla povertà siano poi, in realtà, utilizzati per il controllo delle frontiere in Africa e per limitare i flussi migratori verso l’Europa”. Così, Ludovica Jona, giornalista e coordinatrice del progetto #DivertedAid, spiega la genesi di questa inchiesta giornalistica che ha documentato il dirottamento dei finanziamenti per lo sviluppo verso altri obiettivi che non sembrano di tipo umanitario.
Un dirottamento denunciato dal Parlamento
europeo
“Grazie a un finanziamento del Fondo europeo per il
giornalismo, abbiamo potuto definire meglio questa operazione che era stata già denunciata
come una violazione delle regole finanziare dell’Ue dallo stesso Parlamento europeo.
Lo abbiamo fatto analizzando la documentazione ufficiale della Commissione europea,
ma anche andando a vedere sul terreno quali sono gli effetti di questi progetti che
hanno come finalità il rafforzamento dei controlli di polizia nei Paesi di origine
e transito delle migrazioni. Si tratta di Paesi, tra l’altro, caratterizzati da regimi
di tipo dittatoriale, come il Sudan o l’Eritrea, dove rafforzare la polizia può essere
rischioso, com’è ammesso in alcuni documenti pubblicati dalla stessa Commissione europea”.“Abbiamo
verificato che il Fondo europeo di emergenza per l’Africa, creato nel 2015 dai governi
dell’Ue con l’obiettivo di affrontare le cause dell’immigrazione irregolare, è stato
riempito per il 95% con soldi presi da altri fondi destinati alla cooperazione internazionale
e alla lotta alla povertà”. “L’utilizzo improprio di questi fondi è stato
definito da una risoluzione del Parlamento europeo. Non si possono spostare dei soldi,
che sarebbero sotto il controllo del Parlamento in quanto organo eletto dell’Unione,
a un ‘Trust Fund’ gestito direttamente dalla Commissione”.
Rapimenti e estorsioni, anche sulla via
del ritorno
“Ma un gruppo di giornalisti – continua Ludovica Jona
– ha potuto proprio verificare sul terreno, in Mali e in Niger, gli effetti di questa
politica. Abbiamo intervistato migranti in transito in Niger che ci hanno raccontato
come la polizia locale gli abbia estorto soldi non solo nel loro tragitto verso la
Libia ma anche quando volevano tornare indietro. E a rendersi responsabile
di estorsioni nei confronti di migranti è proprio quella polizia nigerina finanziata
con oltre cento milioni di euro attraverso il ‘Trust Fund’ per l’Africa.
Tra l’altro – spiega ancora la Jona - spesso gli aiuti ai Paesi poveri sono offerti
solo a condizione che ci sia una collaborazione nella blindatura dei confini e si
finisce così col dare più soldi a Paesi considerati prioritari dal punto di vista
del controllo dei flussi migratori discriminando gli altri”.
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