2017-07-01 14:55:00

Coldiretti Sicilia: enormi i danni provocati dagli incendi


Ancora difficile la situazione sul versante orientale della Sicilia, in particolare nelle provincie di Ragusa e Messina, a causa dei numerosi incendi divampati in questi giorni. I roghi, alimentati anche da forti venti, hanno impegnato Vigili del fuoco, operai forestali e uomini della Protezione civile con l’utilizzo di canadair. Animali morti, strutture devastate, danni per milioni di euro, l’allarme di Coldiretti Sicilia che parla di azioni che mettono in ginocchio un'intera Regione. Sentiamo, al microfono di Adriana Masotti, Francesco Ferreri, presidente di Coldiretti Sicilia:

R. - In questo momento la situazione non migliora. Abbiamo notizie di tantissime aziende con un sacco di danni, incendi su strutture. I canadair da stamattina cercano di spegnerli ma non è facile. Ci arrivano notizie di nostri allevatori che hanno animali rimasti vittime di questi incendi, persone che hanno perso la casa … La situazione è molto grave, ancora non riusciamo a quantificare i danni.

D. - Perché risultano rovinate le colture, il paesaggio, la biodiversità …

R. - Sì, sostanzialmente il grande problema è sempre quello di perdere un patrimonio che si è costruito in centinaia, migliaia di anni. Gli alberi, i boschi e tutto questo è ovviamente un patrimonio di valore inestimabile che oggi tristemente perdiamo per quelli che definiamo attentati terroristici a tutti gli effetti.

D. – E’ una parola forte quella che lei usa. Cosa significa? Che cosa c’è dietro, secondo lei?

R.- Cosa ci sia dietro è difficile da capire. So cosa c’è davanti. Non si può prendere sotto gamba il problema degli incendi che continuiamo ad avere in tutta Italia, incendi che devastano il nostro patrimonio e lancio a tutti un interrogativo: cosa resterà a chi verrà dopo di noi se continuiamo in questa maniera? Forse è arrivato il momento di fare grandi riflessioni.

D. - Aldilà di interessi criminali o di disattenzione di chi, magari, accende un fuoco o butta una cicca accesa, lei parla anche di necessità di pulizia delle aree, di tutto in lavoro di prevenzione da fare prima che arrivi poi il grande caldo …

R. - Ma penso che sia un lavoro in cui ci dovremmo assumere tutti le nostre responsabilità; le istituzioni ma non solo, anche il cittadino comune. Sappiamo tutti quanti che l’autocombustione non è un fenomeno spontaneo, quindi da qualcosa deve partire. Sicuramente quello che deve passare, e penso sia la cosa più importante, è il discorso riguardo la responsabilità che tutti ci dobbiamo assumere dal primo all’ultimo e lavorare su questo. Parliamo di situazioni veramente gravi. Quello che è peggio è che continuiamo ad avere gli stessi problemi anno dopo anno. Si dice che errare è umano, perseverare è diabolico. Noi diciamo che, forse, abbiamo superato anche la seconda fase.

D. - Il fatto che sia un’emergenza fino ad un certo punto perché si ripete, che cosa vuol dire?

R. - Vuol dire che non si è trovata una soluzione, una soluzione che vuol dire forse pensare un po’ di più al territorio e al paesaggio o suscitare più sensibilità nel cittadino comune. Vuol dire che non è un problema che tutti quanti forse riescono a sentire, che ne parliamo oggi e sicuramente dopodomani parleremo di un’altra cosa. Però il problema c’è, si verifica una volta all’anno e se non ci si lavora per tempo lo avremo anno dopo anno.

D. - Come Coldiretti che cosa potrete fare per aiutare le persone che hanno subito danni da questi incendi?

R. - I nostri direttori provinciali, insieme ai presidenti sono già sui posti per cercare di dare una prima assistenza, poi valuteremo insieme la quantifica dei danni e cercheremo sicuramente di fare qualcosa. La Coldiretti in questo è sempre stata un esempio, perché non ha mai lasciato da soli i propri produttori.








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