2017-06-17 09:48:00

Commento di don Gianvito Sanfilippo al Vangelo della domenica


Nella Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, la liturgia ci propone il Vangelo in cui Gesù rivolgendosi alla folla dice:

«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». 

Su questo brano evangelico ascoltiamo una breve riflessione di don Gianvito Sanfilippo, presbitero della diocesi di Roma:

Il Corpo di Nostro Signore, prima ancora di nutrire la nostra capacità d’amore, parla di sé e di noi. Egli si fece uomo grazie all’obbedienza di Maria alla Parola di Dio, e la sua missione fu totale obbedienza al Padre. Tale obbedienza, dunque, è la strada maestra che il Corpus Domini c’invita a percorrere. Questo stesso Corpo, essendo di natura umana, canta la bellezza della nostra corporeità e la dignità di ogni persona; proclama l’uomo, la creatura più importante della terra. La comunione con le Sacre Specie fa di noi un solo corpo, il cibo eucaristico edifica la comunità cristiana, che, radunata per la cena del Signore, proclama con le parole del salmo: “Guardate com’è bello e soave che i fratelli stiano insieme”. Il Corpo e il Sangue di Cristo, però, significano e realizzano in noi, soprattutto, il cuore della buona notizia che ci riguarda: la nostra morte è vinta! E con essa la schiavitù del peccato: siamo liberati dalla paura, inizia l’esodo, si apre l’accesso alla terra promessa, la possibilità di essere rigenerati nelle nostre relazioni. Il Corpo del Salvatore ci è donato, essenzialmente, per essere mangiato e il suo Sangue come bevanda che ci apre le porte della vita eterna, già qui sulla terra. Riscopriamo la bellezza dell’Amore che si fa carne nell’Eucaristia.








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