2017-06-10 14:47:00

Brasile: il presidente Temer scagionato dalle accuse


In Brasile il presidente Michel Temer rimane in carica. Il Tribunale superiore elettorale ha infatti respinto le accuse per abuso di potere e corruzione, che già avevano causato l’allontanamento dalla più alta carica dello Stato di Dilma Roussef, di cui Temer era vice. Ma potrebbe esserci un nuovo processo a carico del capo dello Stato. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Silvonei Protz, responsabile del nostro programma brasiliano:

R. – Secondo il Tribunale Superiore Elettorale non ci sono prove sufficienti perché Temer debba abbandonare la carica di presidente, delegittimando la campagna politica condotta insieme alla presidente Dilma Rousseff. Non va avanti il processo che è stato avviato dal Psdb, il partito politico che perse le elezioni nel 2014. Temer mantiene quindi la carica di presidente, e ora ci sono 15 giorni, entro i quali l’opposizione potrà presentare un ricorso; ma è un ricorso che adesso andrà di fronte al Tribunale Supremo, che non è detto che non possa rivedere il concetto che è stato ora espresso dal Tribunale Superiore Elettorale.

D. – Come i brasiliani stanno vivendo questo lungo momento di destabilizzazione politica nel Paese?

R. – Sono molto divisi, tra coloro che appoggiano il presidente e coloro che vogliono elezioni il prima possibile. Adesso, anche quello che avverrà nelle piazze sarà un punto interrogativo, perché sappiamo che il Brasile intero seguiva questo processo, un processo che è iniziato all’inizio di aprile, che poi si è fermato, è stato ripreso negli ultimi quattro giorni per chiudersi infine con un’assoluzione. Perciò abbiamo oggi in Brasile una divisione molto netta tra coloro che vogliono che Temer continui e coloro che vogliono che vada via.

D. – La Chiesa brasiliana ha sempre guardato con attenzione alla crisi politica brasiliana e ha esortato al dialogo. In questo momento, come sta collaborando per risolvere la situazione?

R. – La Chiesa in Brasile è sempre stata in prima linea per evitare lo scontro, ispirandosi a quello che chiede il Santo Padre, ossia il dialogo, l’incontro: un dialogo vero tra le forze politiche. E adesso c'è un’altra cosa: pensando a questo momento difficile che vive il Brasile, in cui bisogna che anche noi cristiani ci fermiamo, la Conferenza episcopale brasiliana ha convocato per il prossimo 15 giugno – il Corpus Christi – che in Brasile è una festa molto sentita, un momento di preghiera per il Paese. A tutti i cristiani, non solo i cattolici, ma a tutti i cristiani è richiesto di fermarsi per pregare. Secondo la Conferenza episcopale, questa è ora la nostra arma più forte: la preghiera a Dio, chiedendo a Lui il perdono per tutto quello che sta succedendo: le morti, la corruzione, la negazione del nostro fratello. Questo sarà un momento molto intenso.








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