2017-05-31 13:38:00

Ilva, mons. Santoro: esuberi contrari alla dignità della persona


Nessun lavoratore sarà licenziato o lasciato senza protezione. La precisazione in merito alla vertenza Ilva arriva dal Ministero dello sviluppo economico alla vigilia del nuovo incontro con i sindacati per discutere dei piani industriali delle due cordate interessate al colosso siderurgico, e per scongiurare le migliaia di esuberi previsti, tra i 5 e i 6mila. E per domani è stato indetto uno sciopero dei lavoratori diretti dell’Ilva e dell’appalto. “Questi esuberi non devono esserci, tolgono la speranza alla città di Taranto”: questo l’amaro commento di mons. Filippo Santoro, arcivescovo della città pugliese, intervistato da Francesca Sabatinelli :

R. - Io mi sono pronunciato sempre a favore della difesa della salute delle persone e della difesa della dignità delle persone attraverso il lavoro. Con questa prospettiva dei 6 mila esuberi dei dipendenti dell’Ilva si percorre una strada contraria. E’ proprio diverso da tutto ciò che noi potevamo aspettarci e pensare. E’ veramente un colpo molto duro alla speranza delle persone qui a Taranto. Si era parlato di riduzioni che si fermavano su numeri che poi potevano essere trattati con gli ammortizzatori sociali, qui siamo di fronte a cifre molto alte, per cui è un colpo veramente grave. Noi speriamo che si possa invertire la direzione, che si metta al centro la dignità delle persone e quindi una ripresa che rispetti quello che il Papa ha detto nell’incontro di sabato scorso a Genova: senza lavoro non si può sopravvivere ma per vivere occorre il lavoro. Tutti i giorni sento l’appello di quelli che non hanno lavoro o che rischiano di perderlo e sono veramente toccato e colpito da questa decisione.

D. - Chi deve fermare eventualmente questo processo di tagli?

R. – Innanzitutto è il compito della politica di valutare e di assegnare la vittoria della gara, io ovviamente non entro in questioni tecniche. Quindi, innanzitutto della politica perché la politica è la difesa della vita e della dignità delle persone, è chiaro che poi l’impresa che vince la gara deve tirare le conclusioni da questa impostazione. Almeno ci deve essere una prospettiva in cui i lavoratori possano essere utilizzati nel senso più umano possibile, ma non privati del lavoro che è la forma di espressione della persona, di sostegno della famiglia e di convivenza sociale. Quello che a me interessa è che sia garantita la salute delle persone, la salvaguardia dell’ambiente, la cura della casa comune e la giusta occupazione dei lavoratori. E’ chiaro che in varie circostanze ho manifestato la mia simpatia per chi vuole ambientalizzare decarbonizzando l’Ilva,  però non entro nelle questioni tecniche, la simpatia nell’interrompere il ciclo completo del carbone c’è se questo è fattibile. Molti di questi lavoratori sono giovani con mutui che devono portare avanti, sono famiglie. La condizione umana deve essere considerata e valorizzata dalla politica.

D. – Domani i sindacati torneranno al Ministero dello sviluppo economico, lei si aspetta qualcosa?

R. - Io spero che ci sia un ascolto, un’attenzione. Secondo me la via giusta è proprio quella  del negoziato, indicare che questo problema non riguarda solo Taranto e la Puglia, ma è un problema nazionale che non riguarda solo l’Ilva, ma che è un segnale sulla prospettiva del progetto economico e industriale che si vuole portare avanti: se c’è al centro il primato della persona e del lavoro o il primato della produzione e della massimizzazione dei profitti. La direzione della difesa della persona deve essere presa rivedendo il piano messo in atto adesso. Io mi auguro proprio che il negoziato continui, che i toni siano ragionevoli da tutte le parti e che ci si venga incontro: questa proposta così com’è deve essere radicalmente rivista.

D. - Nel caso in cui vincesse la cordata ArcelorMittal-Marcegaglia, e nel caso in cui questa confermasse i tagli, lei cosa pensa che accadrà a Taranto?

R. – Penso che, giustamente, i sindacati porteranno avanti la loro lotta. E poi che anche da parte della cittadinanza ci sarà una risposta energica, forte, perché ciò che io desidero è che a questo punto sulla questione Ilva si indichi una direzione precisa: la direzione della difesa della vita, della salute e della giusta occupazione dei lavoratori. In questo momento è importantissimo dare un segnale in questa direzione. Una risposta negativa creerebbe non dico un sommovimento, ma una grande preoccupazione e sicuramente iniziative a livello popolare di notevole peso.








All the contents on this site are copyrighted ©.