2017-05-29 14:06:00

L'addio di Totti, mons. De Toca: un campione amato in tutto il mondo


Commovente addio di Francesco Totti alla Roma, ieri allo Stadio Olimpico, di fronte a 70 mila spettatori e accompagnato dalla moglie e i tre figli. Ma in molti di più hanno potuto seguire l’evento in televisione. Dopo 25 anni di attività - e a quasi 41 anni di età - lascia l’unica maglia che ha indossato. Un campione del calcio amato in tutto il mondo, come afferma - al microfono di Luca Collodi - mons. Melchor Sánchez de Toca y Alameda, sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura e coordinatore del settore 'Sport’ all'interno del dicastero:

R. - E' amatissimo in modo trasversale anche da squadre rivali. Ricordo l’anno scorso, al Santiago Bernabeu, in Champions, quando i tifosi del Madrid hanno salutato Totti con una standing ovation. Perché? Forse perché vedono in lui l’incarnazione dei valori genuini del calcio che si perdono – purtroppo - a favore dei soldi, del mercato, dell’eccesso di mercificazione del calcio.

D. - Totti è forse l’ultimo esempio di una visione romantica del calcio. Il calcio è sempre più business?

R. - Ci auguriamo che ce ne siano altri di questi romantici sostenitori di un calcio pulito, di fedeltà alla propria squadra, alla squadra del cuore, alle origini, così come ci auguriamo che il calcio sia più di un business economico. Ha una componente commerciale, è inevitabile, ma che sia un business pulito, eticamente corretto e che comunque nel calcio, come nello sport, ci sia qualcosa in più del mercato.

D. - Cosa significa la fedeltà di Totti ai colori e alla maglia della Roma? Oggi siamo abituati a vedere professionisti che cambiano spesso casacca e non solo nel calcio…

R. - In effetti se c’è qualche identificazione con la storia, con i simboli, con gli obiettivi di una squadra, la fedeltà è un valore che non è monetizzabile ma che tutti riconoscono come qualcosa di importante. Totti è un giocatore che avrebbe forse potuto guadagnare di più in un’altra squadra. Invece è rimasto legato alle sue origini, ed è un valore che tutti in qualche modo riconoscono.

D. – Totti ha lasciato simbolicamente la sua fascia di capitano a Mattia, 11 anni, capitano dei pulcini giallorossi. Che cosa lascia ai giovani?

R. - La fedeltà, ma anche l’autoironia, la capacità di mettersi in discussione. Ma anche un’altra cosa che manca nel mondo ipercompetitivo dello sport professionistico: il divertirsi, il giocare per divertirsi.

D. - Mons. De Toca vogliamo fare anche noi gli auguri a Francesco Totti e alla sua famiglia?

R. - Auguri a questo grande capitano, un indimenticabile numero dieci, amato e voluto bene da tutti, in tutto il mondo. E questo è molto significativo!








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