2017-05-24 14:03:00

Mons. Urbanczyk all'Onu: educazione e famiglia per ridurre criminalità


“La mancanza di opportunità di lavoro e di altre forme di marginalizzazione alimentano le attività criminali”: così mons. Janusz S. Urbanczyk, rappresentante permanente della Santa Sede, è intervenuto durante  nella Commissione delle Nazioni Unite per la prevenzione del crimine e la giustizia penale. Il servizio di Giorgio Saracino.

“Bisogna focalizzarsi sulle strategie di prevenzione e integrazione: partecipazione pubblica, politiche sociali ed educazione”: ha esordito così mons. Janusz s. Urbanczyk davanti alla Commissione delle Nazioni Unite per la prevenzione del crimine e la giustizia penale. Bisogna garantire lo stato di diritto; è necessario uno sforzo da parte di tutta la società, per essere uniti e coordinati. La cooperazione e la partnership sono fondamentali per la prevenzione del crimine – ha continuato il presule – la famiglia e le organizzazioni, scolastiche e religiose, sono alla base della formazione dell’individuo, e quindi della società. È la famiglia il luogo in cui, sin da subito, l’uomo inizia a formarsi, a conoscere i valori della virtù e della carità. Si cresce e si impara. Ma troppe volte le famiglie sono colpite da vari problemi: la povertà, l’eccessivo consumismo, il culto delle apparenze, i ritmi di vita frenetici. Tutti fattori che, se portati agli eccessi, rovinano i legami familiari. Ripartire da qui, quindi, per promuovere il bene comune ed abbattere la criminalità. E infatti, ha proseguito mons.Urbanczyk , “il miglioramento delle condizioni socioeconomiche e la prevenzione della criminalità, sono due concetti strettamente connessi: lavorare sul primo, vuol dire operare sul secondo”. Società quindi, famiglia, ma anche organizzazioni sociali e religiose: da qui si deve ripartire, secondo il presule, per lottare per la pace, per la fratellanza e la cura dei più deboli. “Un' educazione in un’ottica rispettosa e il dialogo sincero con gli altri rappresentano il modo migliore per costruire insieme il futuro”: recuperando le parole di Papa Francesco pronunciate durante il suo viaggio in Egitto, l’arcivescovo ha rilanciato l’appello ai leader politici di non lasciare i giovani ai margini della vita pubblica, per integrarli, per riconoscere il loro grande potenziale.








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