2017-05-23 14:50:00

Manchester: l'Is rivendica il massacro dei giovanissimi


Reazioni da tutto il mondo dopo il nuovo attacco terroristico che ha colpito il Regno Unito e che ha causato 22 morti e 59 feriti: è il bilancio provvisorio delle vittime dell’attentato suicida alla Manchester Arena, durante il concerto di ieri sera della cantante americana Ariana Grande. Tra le vittime molti i giovanissimi. Il servizio di Giancarlo La Vella:

Il terrore e la paura tornano in Europa. La firma ancora una volta è del sedicente Stato Islamico. E la comunità internazionale esprime vicinanza alla Gran Bretagna dopo il nuovo attentato, il più grave nel Paese dopo quello alla metropolitana di Londra del 2005, nel quale perirono 27 persone. Il terrorista, che è rimasto ucciso, è entrato in azione alla fine dello spettacolo, azionando un ordigno imbottito di chiodi, in modo da causare il più alto numero di vittime. Il bilancio delle vittime è ancora provvisorio: vi sono ancora una decina di dispersi e diversi feriti sono in condizioni gravissime. Si registrano, intanto, continui blitz e arresti della polizia per bloccare altri terroristi coinvolti nell’episodio dell’Arena o che potrebbero mettere in atto altri attentati. Dopo l’attentato, la premier May ha riunito il comitato d’emergenza e ha parlato di atto vigliacco. Il presidente americano Trump ha detto: “Giovani uccisi da malvagi perdenti”. Vicinanza e solidarietà dal premier italiano Gentiloni. Spavento e costernazione per il neo presidente francese, Macron, che ha sottolineato: “La lotta al terrorismo andrà avanti”. L’arcivescovo di Westminster, card. Vincent Nichols, ha commentato: “Dio converta il cuore di chi fa il male”. Christopher Altieri ha intervistato mons. John Stanley Kenneth Arnold, vescovo di Salford:

“Noi andiamo avanti, ma oggi lo facciamo nella consapevolezza che ci sono vittime e persone traumatizzate da questo evento: ora dobbiamo prenderci cura di loro e aiutarli in qualsiasi modo sia necessario. Non dobbiamo permettere che la vita della nostra comunità venga spezzata da questi eventi”.

L’Europa intera è in stato d’allerta. Sui motivi di questa nuova offensiva terroristica sentiamo Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali (CESI):

R. – La guerra di gruppi jihadisti contro chi li combatte sia in Europa sia nelle loro aree di interesse: questa è la chiave di lettura.

D. – Perché ancora una volta la Gran Bretagna?

R. – In Gran Bretagna vi è – come in altri Paesi europei – una presenza rilevante di persone di origine islamica di seconda, terza generazione, o anche di più, o anche – come nel caso dell'attentato al Ponte di Westminster – di convertiti e quindi, naturalmente è più facile trovare un estremista in mezzo a mille persone, piuttosto che in mezzo a dieci.

D. – A questo punto è opportuno che ogni Paese, soprattutto quelli più a rischio, si muova autonomamente o ci vuole un disegno antiterrorismo comune di tutta l’Europa?

R. – Il fatto che l’Europa continui a non essere un soggetto politico unito è una disgrazia per tutti noi. Continuiamo ad avere politiche di sovranità e questo continua a portarci soltanto maggiori criticità e vulnerabilità. O gli europei capiranno che per affrontare un problema comune occorre avere una soluzione comune, e che solo una strada spinta fortissima e rapida verso l’integrazione potrà limitarci i danni, altrimenti faremo tante, tante telefonate di questo tipo.








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