2017-05-13 22:47:00

Francesco ai giornalisti: Fatima speranza di pace per il mondo


Sul volo di ritorno da Fatima, Papa Francesco ha avuto il tradizionale colloquio con i giornalisti al seguito. Al centro delle risposte del Pontefice gli argomenti strettamente legati a questo 19° viaggio apostolico, ma anche altri temi. Ci racconta tutto Giancarlo La Vella:

Cordiale, sincero  e schietto il dialogo del Papa con i giornalisti che hanno seguito questo intenso e toccante viaggio in uno dei luoghi simbolo della cattolicità, dal quale promana una forte speranza di pace per  tutto il mondo.

“Que Fatima tiene un mensaje de paz, ciertamente...
Certamente Fatima porta con se un messaggio di pace, rivolto all’umanità – ha detto il Papa – attraverso tre grandi comunicatori, che avevano meno di 13 anni. E la canonizzazione di Giacinta e Francesco è stata per me una grande felicità, una speranza di pace per tutti”

E, all’insegna del messaggio di pace che viene da Fatima, una delle prime domande ha riguardato l’imminente incontro che il Papa avrà con il neopresidente americano, Donald Trump, che ha annunciato muri, tolleranza zero per i migranti irregolari e la revisione degli impegni per la salvaguardia dell’ambiente:

“Io dirò cosa penso, lui dirà quello che pensa, ma io mai, mai ho voluto fare un giudizio senza sentire la persona. Sempre ci sono porte che non stanno chiuse. Cercare le porte che almeno sono un po’ aperte, e entrare e parlare sulle cose comuni e andare avanti. Passo passo. La pace è artigianale: si fa ogni giorno”.

La pace si conquista attraverso il dialogo e il rispetto altrui. E a proposito di dialogo, il punto – questo il tema di un’altra domanda al Papa – su quello con la Fraternità San Pio X:

“Io scarterei ogni forma di trionfalismo, ma ci sono rapporti fraterni. Con mons. Fellay ho un buon rapporto: ho parlato con lui parecchie volte. A me non piace affrettare le cose. Camminare, camminare, camminare: e poi si vedrà. Per me non è un problema di vincitori o di sconfitti, no. E un problema di fratelli che devono camminare insieme, cercando la formula di fare passi avanti”.

Dialogo positivo anche con le Chiese evangeliche. Sono stati fatti grandi passi in avanti. E’ significativo per l’ecumenismo – ha detto Francesco – camminare insieme con la preghiera, con il martirio e con le opere di carità e di misericordia, annunziare la carità di Gesù Cristo, annunziare che è il Signore, l’unico Salvatore, e che la grazia viene soltanto da Lui

Poi la rievocazione dei momenti più intensi e toccanti della visita alla Madonna di Fatima, proprio nel giorno – ha ricordato una giornalista – in cui, 25 anni fa, Jorge Mario Bergoglio, venne nominato vescovo ausiliario di Buenos Aires:

“Le donne sanno tutto, eh? Non ho pensato alla coincidenza; soltanto ieri, mentre pregavo davanti alla Madonna. E ho parlato con la Madonna un po’ di questo, Le ho chiesto perdono per tutti i miei sbagli, ma ieri me ne sono accorto”.

Poi la vicenda delle ong coinvolte nello scandalo per presunte collusioni con gli scafisti che trasportano i migranti in Mediterraneo. Il Papa sottolinea di aver seguito la vicenda, ma di voler attendere notizie più precise, prima di esprimere un parere.

E ancora, particolare attenzione è stata riservata dal Papa a una domanda sulle presunte apparizioni mariane a Medjugorie, un luogo che suscita il fervore religioso di tanti fedeli, per le quali Papa Benedetto XVI ha nominato un’apposita commissione presieduta dal card. Ruini. Sulla questione, per la quale ha nominato un suo incaricato, Francesco esprime la sua posizione:

“Io personalmente preferisco la Madonna madre, nostra madre, e non la Madonna capo-ufficio telegrafico che tutti i giorni invia un messaggio a tale ora: questa non è la mamma di Gesù. Poi c’è l’aspetto spirituale e pastorale, gente che va lì e si converte, gente che incontra Dio, che cambia vita … Ma  questo fatto spirituale-pastorale non si può negare”.

Poi ancora il delicato tema degli abusi sui minori e le recenti dimissioni dalla commissione vaticana, istituita ad hoc, della signora Mary Collins;

“Io ho parlato con lei. Ma lei continua a lavorare nella formazione con i sacerdoti su questo punto. E’ una brava donna, che vuole lavorare. Ma, ha fatto questa accusa, e un po’ di ragione ha. Perché? Perché ci sono tanti casi in ritardo. C’è poca gente, c’è bisogno di più gente capace di questo. Così come stanno le cose, stiamo andando avanti. Marie Collins in quel punto aveva ragione: ma noi, anche, eravamo sulla strada. Ma ci sono duemila casi ammucchiati”.

Infine, una domanda su fede e secolarismo, un problema che tocca molti Paesi a maggioranza cristiana, con scelte politiche discutibili:

“Claro que me preocupa…
E’ una questione che mi preoccupa. Ci sono Paesi molto cattolici, ma anticlericali. Per questo – sottolinea Francesco – dico ai sacerdoti di fuggire il clericalismo". E’ il clericalismo che allontana la gente. Il clericalismo è una piaga nella Chiesa”.








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