2017-05-06 15:00:00

Inghilterra: i vescovi si schierano con i genitori di Charlie


In Inghilterra, e non solo, ha ricevuto vasta eco il drammatico caso del bambino di 8 mesi, Charlie Gard, che soffre di una rara malattia genetica. L’Alta Corte di Londra, andando contro anche la volontà dei suoi genitori, ha recentemente autorizzato i medici ad interrompere i vitali trattamenti di sostegno. I genitori vorrebbero trasferire il bimbo, affetto dalla sindrome di deperimento mitocondriale, in un ospedale negli Stati Uniti per sottoporlo ad una cura sperimentale. Ma secondo i medici britannici non ci sono speranze di sopravvivenza. La patologia di cui soffre Charlie è una sindrome rara – i casi accertati al mondo sono solo 16 – che provoca il progressivo indebolimento dei muscoli. I giudici dell’Alta Corte di Londra, motivando la loro decisione, hanno scritto che “non si possono fare esperimenti su Charlie se non ci sono ragionevoli margini di speranza”.

Chiesa di Inghilterra e Galles: nutrizione e idratazione non sono cure mediche
Su questo drammatico caso si è espressa anche la Chiesa con un comunicato dell’arcivescovo Peter Smith, presidente del dipartimento per la Responsabilità e la Cittadinanza Cristiana della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles. “L’amore dei genitori – si legge nel documento - vuole prendere in considerazione ogni possibile passo e questo noi lo sosteniamo”. La nutrizione e l’idratazione - si sottolinea nel comunicato - non sono né un trattamento né una medicina. “Non dovremmo mai agire – scrive mons. Smith - con l'intenzione deliberata di porre fine ad una vita umana, compresa l’interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione in modo che la morte possa sopraggiungere”. A volte, però, dobbiamo riconoscere – si legge infine nel comunicato - i limiti di ciò che può essere fatto, sempre agendo umanamente al servizio della persona malata fino al momento della morte naturale. (A.L.)








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