A Porto Rico è stata avviata la procedura di fallimento per alleggerire il debito. "Abbiamo preso questa decisione - ha dichiarato il governatore Ricardo Rossello - perché protegge al meglio le persone". Lo scenario economico del Paese, come ricorda anche la Chiesa locale, è estremamente preoccupante. I debiti ammontano ad oltre 73 miliardi di dollari. Sono inoltre non finanziati 49 miliardi di dollari in obblighi pensionistici. I creditori sono in prevalenza grandi società finanziarie di Wall Street e fondi speculativi privati. Crescono i timori per i possibili effetti legati alla crisi economica, tra cui il crollo dei servizi, in particolare quelli sanitari.
Quasi la metà della popolazione vive in condizioni di povertà
Il tasso di disoccupazione è superiore al 12 per cento. Il 45 per cento della popolazione
vive in condizioni di povertà. Negli ultimi dieci anni il Paese è praticamente sempre
stato in recessione. Nel 2015 è stato inoltre dichiarato lo stato di insolvenza a
causa di tassi sempre più elevati, pagati per ottenere nuovi prestiti. Il rating è
stato declassato negli ultimi anni fino ai livelli considerati “spazzatura”. Recentemente,
il governo ha alzato le tasse, autorizzato tagli del personale e ridotto le pensioni
nel tentativo, vano, di riportare il debito sotto controllo.
Forte preoccupazione della Chiesa per i gravi problemi che affliggono il
Paese
Sono molteplici, per Porto Rico, i fattori destabilizzanti. L’8 giugno del 2015, incontrando
i vescovi della Conferenza episcopale portoricana, Papa Francesco aveva ricordato
i gravi problemi che affliggono il Paese. Tra questi aveva indicato “la difficile
situazione economica, l’emigrazione, la violenza domestica, la disoccupazione, il
narcotraffico, la corruzione”. “Sono realtà – aveva aggiunto in quell’occasione il
Pontefice - che generano preoccupazione”.
Radici della crisi nello status nello status politico di Porto Rico
La Chiesa cattolica - rende noto l’agenzia Fides - ha proposto, negli anni, varie
iniziative per affrontare e risolvere la grave situazione economica. Ma la situazione
resta gravissima. L'Arcivescovo di San Juan, Mons. Roberto González Nieves, ha più
volte sottolineato che le radici della crisi si trovano nello status politico di Porto
Rico. "Prima che la nostra isola si trovi di fronte alla prossima crisi – aveva scritto
il presule nel 2016 in un editoriale pubblicato dal quotidiano “The Hill” - dobbiamo
auto-determinare chi vogliamo essere e il nostro rapporto con gli Stati Uniti".
Porto Rico potrebbe diventare il 51.mo Stato degli Stati Uniti
Attualmente Porto Rico è un territorio non incorporato degli Stati Uniti. Gli abitanti
dell’isola dei Caraibi, la più piccola delle Grandi Antille, sono circa tre milioni.
A seguito di un referendum del 2012, oltre il 60% degli elettori ha votato per rendere
Porto Rico uno Stato Federato degli Stati Uniti d'America. Successivamente, è stato
avviato l'iter legislativo che potrebbe rendere il Paese il 51.mo Stato degli Stati
Uniti. Il referendum, tuttavia, non è vincolante. Il Congresso degli Stati Uniti deve
ora decidere se accettare e approvare l’esito referendario. (A.L.)
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