2017-05-05 13:08:00

Mons. Pizzaballa presenta la Guida francescana alla Terra Santa


Ottocento pagine che raccontano la storia, la religione, l’arte e l’archeologia della Terra Santa, con più di 200 luoghi descritti in maniera dettagliata, con gli orari di apertura, riferimenti biblici e tutte le informazioni utili per i turisti. Sono solo alcuni numeri della nuova “Guida francescana per pellegrini e viaggiatori” pubblicata dalla Custodia di Terra Santa e presentata a Roma. Il servizio di Marina Tomarro:

Dal Monte Carmelo ad Haifa fino a Nazareth per poi scoprire l’alta Galilea con il lago di Tiberiade e più in là Gerico con il Monte delle tentazioni e il deserto di Giuda fino ad arrivare al cuore della cristianità nella città santa, Gerusalemme, dove l’umanità attraverso la morte e resurrezione di Cristo trova la salvezza eterna. Sono tanti gli itinerari proposti dalla “Guida francescana per pellegrini e viaggiatori” della Custodia di Terra Santa. Ascoltiamo il commento di mons. Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme:

R. – E’ importante perché riempie un vuoto che da anni era esistente, almeno nel panorama italiano, perché le ultime guide erano ormai finite e non c’era più nulla. E’ importante anche perché è molto completa: è molto più scientifica che divulgativa, si vede anche dal volume, che è corposo e che copre un mare di informazioni, non solo per i luoghi tradizionali ma anche per quelli meno conosciuti. I cristiani hanno da sempre, lungo questi duemila anni, illustrato la Terra Santa. Quindi è anche un modo di dire cosa è per noi cristiani la Terra Santa.

D. – Come è cambiato il turismo religioso durante questi anni?

R. – Il pellegrinaggio è cambiato in maniera determinante: nel passato, fino a 10-15 anni fa, era esclusivamente – si può dire – occidentale, con qualche eccezione. Oggi è il contrario: gli occidentali non arrivano nemmeno al 50% del complesso dei pellegrini; sono in fortissimo aumento gli ortodossi con la Russia e poi i cattolici con l’India, l’Indonesia e la Cina anche e l’America Latina. Quindi, diciamo che sono aumentati i numeri ma è anche molto cambiata la provenienza.

D. – La Terra Santa – in particolare, Gerusalemme – unisce le tre grandi religioni monoteiste. Ecco, la convivenza come prosegue in questo momento?

R. – La convivenza tra le fedi, che è una convivenza che io amo definire condominiale, è sempre fonte di grande ricchezza e a volte richiede anche tanta pazienza, perché non è mai scontata. Gerusalemme sarà sempre così: avremo sempre modo di accedere alla bellezza delle fedi, delle esperienze e delle tradizioni altrui ma allo stesso tempo dovremo fare i conti con la fatica delle differenze che a volte diventano o indifferenza o diffidenza.

I due autori, i Frati minori Henrich Fürst  e Gregor Geiger hanno voluto unire una propria personale competenza archeologica, biblica, e geografica, ad una grande passione per queste terre amate e attraversate più volte, in solitaria o accompagnando gruppi di pellegrini, proponendo nella guida anche luoghi spesso poco conosciuti ma di grande bellezza e suggestione. Ascoltiamo la testimonianza di Gregor Geiger:

R. – Un luogo o una zona che mi sta molto a cuore è il deserto di Giuda, cioè la zona più o meno tra Gerusalemme e il Mar Morto; una regione poco visitata che però vale la pena. Innanzitutto, il deserto ha una bellezza di paesaggio, che veramente è un paesaggio splendido; ma oltre questo, c’è anche un profondo significato spirituale: la solitudine fa vivere la presenza di Dio, il silenzio che c’è lì. E poi, non dimentichiamo: se sfogliamo la Bibbia, soprattutto l’Antico Testamento, gran parte dei racconti si svolgono nel deserto e quindi per il popolo di Dio il deserto era un luogo di un’esperienza divina molto forte. Poi, il deserto è anche pieno di resti antichi: non sono i siti centrali, però ci sono parecchi siti biblici – marginali, ma comunque interessanti. E poi, da non dimenticare i tanti monasteri, luoghi dove nell’antichità – e in alcuni, fino ad oggi – vivono i monaci, in mezzo al deserto.

D. – Tanti sono i turisti, i pellegrini che ogni anno vanno in Terra Santa: ma cosa li attira, spesso anche a tornare più volte?

R. – Credo che sia il fascino di vedere una terra che comunque conoscono per sentito dire, che conoscono dalla Bibbia, che lì possono vedere, che in alcuni punti è totalmente diversa da come la si possa immaginare, mentre in altri punti conferma anche quello che già si sapeva. Poi, la ricchezza è non solo storica ma anche attuale, presente: delle varie popolazioni che purtroppo non sempre riescono a vivere senza conflitti, che però rispecchiano anche una grande ricchezza sia per quanto riguarda le altre religioni sia per quanto riguarda anche le altre confessioni cristiane che magari si è sorpresi di trovare lì …








All the contents on this site are copyrighted ©.