2017-05-05 15:00:00

Etiopia: aiuti della Chiesa per i bambini disabili


Labbro leporino, piede equino, deformazioni articolari: sono queste le disabilità che più frequentemente, purtroppo, colpiscono i bambini dell’Etiopia. Disabilità dovute principalmente a complicazioni insorte durante la gravidanza o nei primi mesi di vita e che si riflettono non solo sul corpo dei minori, ma anche sulla loro vita sociale: spesso, infatti, soprattutto nelle zone rurali dell’Etiopia, i bimbi disabili vengono discriminati e stigmatizzati, a causa di credenze di antica tradizione.

Minori disabili colpiti da discriminazione sociale
Ciò comporta che, se pur curabili dal punto di vista medico, a questi minori non è concesso l’accesso ai trattamenti sanitari e quindi muoiono precocemente. Fortunatamente, la Chiesa locale non si dimentica di loro: la Congregazione della Missione (Padri Lazzaristi), insieme all’organizzazione Terres des Hommes, ha avviato ad Addis Abeba il Centro “Alemachin” per la riabilitazione terapeutica in cui i bambini di tutto il Paese, affetti da disabilità, possono ricevere il giusto trattamento medico.

Accolti migliaia di bambini. Il 98% è guarito
Istituito nel 1972, il Centro offre ai minori, in collaborazione con diverse Istituzioni sanitarie, sedute di fisioterapia, cure mediche, accesso a campi da gioco, lezioni formative e ricreative, cibo sano, condizioni igieniche ottimali affinché, al termine della cura, i piccoli pazienti possano tornare alle loro famiglie guariti non solo dal punto di vista fisico, ma anche psicologico. “Finora – spiega padre Girmay Lincoln, direttore del Centro – abbiamo accolto quasi 4mila bambini affetti da disabilità. Il 98% di essi è guarito grazie al nostro servizio”.

Offrire cure olistiche: non solo medicine, ma anche amore
“Quello che forniamo ai bambini – aggiunge il sacerdote – è una cura olistica: i bimbi vogliono sentirsi a casa e quindi hanno bisogno non solo di cure fisiche, ma anche di amore”. E questo è particolarmente importante per evitare la discriminazione, perché “chi è affetto da una disabilità deve sapere che non è diverso dagli altri e che merita un futuro luminoso, come tutti i bambini sani”. Di qui, l’insegnamento che il Centro offre sui principi de “la cura ed il rispetto dell’altro”, affinché – sottolinea ancora padre Girmay – i bambini disabili diventino desiderosi di impegnarsi per il futuro”.

L’importanza dell’integrazione nelle famiglie e nelle comunità
Il tutto puntando alla qualità del servizio offerto, poiché i bambini non vengono dimenticati al termine del trattamento, bensì seguiti anche nel rientro a casa e nell’integrazione con le rispettive famiglie e comunità di origine. “Il nostro compito più importante – conclude padre Girmay – è assicurarci che la fase finale del servizio vada a buon fine, ovvero che i bambini tornino nelle loro case a vivere un’infanzia normale, circondati dalla cura e dall’amore dei familiari”. (I.P.)








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