2017-05-03 12:56:00

Legislative in Algeria: si prevede scarsa affluenza alle urne


Sono 23 milioni gli elettori chiamati alle urne questo giovedì in Algeria per il rinnovo dei 462 seggi del Parlamento. Il servizio di Giada Aquilino:

Dodicimila candidati per 462 seggi in Parlamento. E' lo scenario delle legislative in Algeria, dove a correre per questa tornata elettorale - di fatto già iniziata sabato scorso per i residenti all’estero, in particolare in Francia - sono 57 partiti: i sondaggi danno favorito lo schieramento di governo, il Fronte di liberazione nazionale (Fln), come spiega Liliana Mosca, docente di Storia e istituzioni dell’Africa all’università Federico II di Napoli:

“E’ favorito in questo quadro principalmente perché è il partito al governo, insieme al Rassemblement national démocratique. Inoltre perché in realtà la maggior parte degli algerini si disinteressa di queste elezioni legislative: direi anzi che forse, per via dell’alto numero di franco-algerini presenti a Parigi e non solo, la popolazione è più interessata alle elezioni in Francia e a capire se il vincitore sarà Macron, che sembra più interessato a dare uno sguardo alle problematiche di lungo corso”.

La consultazione elettorale, per la quale una delle grandi incognite sarà l'affluenza alle urne, si configura come una prova generale delle presidenziali che si terranno nel 2019, per scegliere il successore di Abdelaziz Bouteflika, al potere dal 1999 e costretto su una sedia rotelle dal 2013. Ancora Liliana Mosca:

“In realtà, il popolo algerino è fortemente disinteressato al voto per più ragioni: perché con l’approvazione della Costituzione l’anno scorso, nel 2016, nulla è cambiato. E’ stato dato un nuovo mandato a un presidente che oramai non è più in grado di guidare il Paese: Bouteflika è gravemente ammalato. Poi c’è stata anche la questione delle donne che si sono candidate, ma alcuni partiti hanno praticamente oscurato il volto delle donne sui manifesti elettorali, come l’Ennahda e altri partiti filo-islamisti: c’è stata una presa di posizione e quindi questo gesto è stato fortemente condannato. Inoltre ancora una volta quelli che siederanno nel Parlamento non verranno eletti dal popolo: saranno soltanto designati. Quindi, cambia poco per la stragrande maggioranza degli elettori. Cioè, queste sono le grandi elezioni che si svolgono nei tanti Paesi chiamiamolo del Sud del mondo, che servono più per la comunità internazionale che per il Paese. Di fatto governa ancora il vecchio establishment che non è caduto ai tempi della primavera araba in Algeria e che ha continuato a dirigere il Paese: tutto un reticolo di interessi che gira intorno alla famiglia di Bouteflika. Questo voto è dunque una prova di consenso a chi è al potere, per vedere come poi sarà gestita la successione”.

Dopo anni di un sanguinoso conflitto interno per le azioni del Gia, il gruppo terrorista di matrice islamica nato nei primi anni Novanta, l’Algeria appare oggi come un Paese dalla fragile economia, con 40 milioni di abitanti, di cui la metà under 30, e con un giovane su tre disoccupato. Liliana Mosca spiega il perché:

“E’ un Paese dalle grandi speranze, che però non riesce a concretizzare. Poi, purtroppo, l’Algeria ricava ancora il proprio Prodotto interno lordo dalle risorse energetiche, quindi il tessuto industriale è stato poco diversificato negli anni. Se il prezzo delle risorse energetiche cala - come succede di questi tempi, con il prezzo del barile sceso, per via di una sovrapproduzione, come quella degli Stati Uniti che stanno producendo parecchio petrolio - è chiaro che questi Paesi africani, che traggono le loro risorse finanziarie dalle risorse naturali, hanno grossissima difficoltà”.








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