Al termine della 191.ma Assemblea plenaria, la Conferenza episcopale portoghese (Cep) ha emesso un comunicato nel quale è stato fatto “il punto della situazione riguardante l’attività religiosa, giuridica e sociale svolta della Chiesa negli istituti carcerari di tutto il Paese”. Dal testo, ripreso dall’agenzia Sir, si apprende che attualmente l’azione della pastorale penitenziaria riguarda “50 stabilimenti di pena, dove si trovano rinchiusi circa 14 mila detenuti”. Inoltre, dall’analisi dell’esperienza operativa emerge che “insieme alla prevenzione della reiterazione dei crimini, la risocializzazione dei detenuti costituisce una delle maggiori sfide della giustizia portoghese”.
Vitale il reinserimento nella vita attiva
A parere dei vescovi, risulta “assolutamente vitale
incentivare la creazione di iniziative che favoriscano il reinserimento nella vita
attiva delle persone che hanno scontato la pena nel periodo immediatamente successivo
alla loro liberazione”. Al fine di espletare nel miglior modo possibile la propria
missione secondo tale prospettiva, la Cep ha quindi deciso di dotare il settore della
pastorale penitenziaria di ulteriori risorse economiche, che consentano anche una
diversificazione e un miglioramento degli strumenti operativi. In particolare, i vescovi
hanno evidenziato “la necessità di una maggiore formazione e un più accurato accompagnamento
degli agenti pastorali, dei collaboratori e dei volontari”, per il cui reclutamento
è infine auspicata “la costituzione di un servizio specifico in tutte le diocesi”.
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