2017-05-02 08:15:00

Venezuela, Maduro: nuova Costituzione. Opposizione in piazza


Il presidente venezuelano Nicolas Maduro, in occasione del primo maggio, ha annunciato la convocazione di un’assemblea incaricata di redigere una nuova Costituzione, iniziativa rigettata dall’opposizione che ha invitato i cittadini a rifiutare di partecipare al processo. Francesca Sabatinelli :

Si riscriva la Costituzione. La richiesta di Maduro all’organo della sovranità del popolo è stata lanciata dal presidente ai suoi sostenitori riuniti nel centro di Caracas per la festa del primo maggio. Nello stesso momento, in altri quartieri della città, si sviluppavano manifestazioni di protesta da parte dell’opposizione con la richiesta di elezioni anticipate, che mettano fine al sistema politico del presidente, proteste che sono sfociate in scontri con le forze di sicurezza.

Maduro convocherà un'assemblea incaricata di redigere una nuova Costituzione che vada a sostituire quella del 1990, adottata da Chavez. Secondo lui dovrebbe trattarsi di una assemblea che sia una “costituente del popolo” e non “dei partiti politici”.  Una parte dei 500 membri quindi sarà eletto da diversi settori della società, compresi pensionati e minoranze. Immediato il ‘no’ dell’opposizione che accusa Maduro di proseguire il suo colpo di stato contro il Parlamento.

Intanto, otto Paesi latinoamericani - Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Perù, Paraguay e Uruguay - hanno sottoscritto un appello comune nel quale si associano alla presa di posizione di Papa Francesco al Regina Coeli di questa domenica sulla necessità di ricercare al più presto "soluzioni negoziate" per la crisi politica e istituzionale in Venezuela.

"Siamo d'accordo con Papa Francesco che occorre fare tutto il possibile per il Venezuela, ma con le garanzie necessarie'", si legge nel documento degli Otto, definendo anche le condizioni per un dialogo politico a Caracas: "che cessi la violenza, si ripristini la piena funzionalità dello Stato di diritto, si liberino i prigionieri politici, si restituiscano le prerogative dell'Assemblea Nazionale e si definisca un calendario elettorale".

Da parte sua, il Tavolo dell'Unità Democratica (Mud, coalizione di opposizione) si dice non più disponibile al dialogo con il governo del presidente Maduro, perché non ritenuto più credibile: l'unico sbocco possibile - sottolinea -  sono le elezioni al più presto.

Ma come interpretare la decisione del presidente Maduro? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Roberto Da Rin , esperto di America Latina del Sole 24 Ore:

R. – Direi un’ulteriore provocazione o forse una modalità di comunicazione per alzare ulteriormente i toni dello scontro. L’annuncio è stato quello della riforma della Costituzione, una riforma che evidentemente stralcia quella precedente, confermando  più poteri al presidente e delegittimando ulteriormente il Parlamento. Naturalmente la reazione dell’opposizione è stata violenta e quindi siamo di nuovo allo scontro frontale.

D. - In questo modo il Venezuela non rischia ancora di più di isolarsi, soprattutto sul piano internazionale?

R. - Certamente rischia di isolarsi, ma non va dimenticato che, mentre a livello regionale sono sempre di più i Paesi che hanno preso le distanze dal governo Maduro, ad esempio la Colombia e il Brasile con cui c’è il maggiore interscambio commerciale, lo scenario della politica internazionale è molto più complesso, perché gli Stati Uniti stanno apertamente con l’opposizione, ma Cina e Russia appoggiano il governo di Caracas. Quindi è facile capire quanto si possa prefigurare uno scontro a livello internazionale, che va ben oltre l’America Latina.

D. - A questo punto è pensabile che la protesta di piazza continui, purtroppo con altra perdita di vite umane …

R. - Ovviamente questo non lo sappiamo e speriamo di no, ma gli scontri tra i manifestanti pro-governo e anti-governo sono quotidiani, quindi di sicuro i toni in questo momento sembrano non abbassarsi.








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