2017-04-29 15:54:00

Papa a sacerdoti: siate seminatori di speranza e costruttori di ponti


Ultimo appuntamento in Egitto di Papa Francesco, l’incontro di preghiera con il clero, i religiosi e i seminaristi. Dopo il saluto del rettore del Seminario patriarcale, padre Toma Adly Zaky, il Pontefice ha rivolto un discorso ai presenti, nel quale ha esortato a non avere paura del peso del quotidiano e delle circostanze difficili. Il servizio di Giancarlo La Vella:

“Noi veneriamo la Santa Croce, strumento e segno della nostra salvezza. Chi scappa dalla Croce scappa dalla Risurrezione!”.

Papa Francesco parla ai sacerdoti d’Egitto, un Paese dove oggi è difficile predicare il Vangelo, è difficile dialogare, dove la minaccia del terrorismo è fortemente presente. Il Santo Padre, di fronte a queste prove, esorta a superare scoraggiamento, negatività e disperazione:

“Voi siate una forza positiva, siate luce e sale di questa società; siate il locomotore che traina il treno in avanti, diritto verso la mèta; siate seminatori di speranza, costruttori di ponti e operatori di dialogo e di concordia”.

Poi il Papa elenca una serie di tentazioni alle quali i consacrati devono resistere; prima di tutto, quella di lasciarsi trascinare e non guidare:

“Il Buon Pastore ha il dovere di guidare il gregge, di condurlo all’erba fresca e alla fonte di acqua. Non può farsi trascinare dalla delusione e dal pessimismo”.

Poi bisogna superare, dice Francesco, la tentazione di lamentarsi continuamente, per le mancanze altrui, le condizioni difficili e le scarse possibilità:

“Il consacrato è colui che, con l’unzione dello Spirito, trasforma ogni ostacolo in opportunità, e non ogni difficoltà in scusa! Chi si lamenta sempre è in realtà uno che non vuole lavorare”.

Così anche è da evitare la tentazione del pettegolezzo e dell’invidia o del paragonarsi con gli altri. E ancora bisogna guardarsi da un’altra pericolosa tentazione:

“La tentazione del ‘faraonismo’, cioè dell’indurire il cuore e del chiuderlo al Signore e ai fratelli. È la tentazione di sentirsi al di sopra degli altri e quindi di sottometterli a sé per vanagloria; di avere la presunzione di farsi servire invece di servire”.

Il consacrato, esorta poi il Papa, non deve cadere nella tentazione dell'individualismo, dell'egoismo, del pensare a se stessi invece che agli altri. Infine, da evitare la tentazione del camminare senza bussola e senza meta:

“Il consacrato perde la sua identità e inizia a non essere 'né carne né pesce'. Vive con cuore diviso tra Dio e la mondanità. Dimentica il suo primo amore”.

Il punto di riferimento, conclude il Papa, rimane per tutti Gesù. “Più siamo radicati in Cristo, più siamo ricchi e fecondi”, sottolinea il Pontefice. Guardando a Cristo e ai tanti esempi di santità che l’Egitto ci offre, si apre la strada giusta del servizio a Dio, alla Chiesa e agli altri:

“E così anche voi potete essere luce e sale, motivo cioè di salvezza per voi stessi e per tutti gli altri, credenti e non, e specialmente per gli ultimi, i bisognosi, gli abbandonati e gli scartati”.








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