2017-04-27 13:30:00

Tap, via gli ultimi ulivi. Le ragioni dei contrari e dei favorevoli


Si sono conclude senza incidenti le operazione di travaso degli ultimi 11 olivi nel cantiere di Melendugno in  Puglia dove passerà il gasdotto Tap. L’opera però continua ad essere osteggiata dalle popolazioni locali che temono per l’ambiente. Alessandro Guarasci:

Nella notte è scattato il blitz della polizia per evitare che l’operazione di trasporto degli ulivi fosse ostacolata dalla popolazione. Il vero nodo è l’impatto che il gasdotto Tap avrà sul territorio. La condotta sottomarina partirà dal confine tra Grecia e Turchia e in Italia approderà nel comune di Melendugno, nella località di San Foca. E' contrariato il sindaco di Melendugno, Marco Poti', dopo il blitz delle forze dell'ordine:

“I 211 alberi di ulivi piantati, sono solo i primi 200 dei diecimila previsti, sono la punta dell’iceberg. Ci sono impatti sulla salute, sull’inquinamento, sull’ambiente, sulla sicurezza, sulla vocazione turistica. Questo gasdotto è ad altissima pressione … un milione di metri cubi l’ora! Siamo su una delle più belle spiagge del Salento e della Puglia; qui la gente manifesta per difendere la bellezza di questi luoghi e per difendere anche il suo futuro”.

Una grande opportunità di lavoro per migliaia di persone e nessun rischio per l’ambiente, dice il consorzio di imprese costruttrici. L’opinione di Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera:

“Francamente rischi non ce ne sono. L’Italia è attraversata da migliaia e migliaia di chilometri di metanodotti e non è quello il problema, è un metanodotto che passa sottoterra. Si può discutere se sia utile o meno... Io penso che l’Italia ha bisogno del metano se vuole abbandonare il carbone. Semmai farei uno scambio chiaro: arriva il metano si chiude Brindisi al carbone”.

Fatto sta che difficilmente il cantiere non avrà riflessi, seppur indiretti, su una delle coste più belle dell’Italia. Ancora il sindaco di Melendugno:

“Le Marine di Melendugno sono state il terzo comune nel 2016 per aumento dei flussi turistici in Puglia. Spero che il Tap non inizi ad avere ripercussioni negative su questi flussi. Ritengo che se un’opera di questo tipo nelle fasi preparatorie dell’area di cantiere ha bisogno di dispiegare ogni volta l’esercito, penso che questo sia significativo dell’impossibilità e dell’incompatibilità di quest’opera con questo territorio”.

Quel metanodotto viene percepito dagli abitanti come una ferita per il territorio, e questo lo riconosce anche Realacci:

“Quello è un metanodotto di migliaia di chilometri. Non sono quei pochi chilometri che possono cambiare il segno di quell’opera. Lì sicuramente sono stati fatti degli errori negli anni passati, direi nel decennio passato, nel non preparare questa scelta con un confronto aperto con le istituzioni e con i cittadini. Però i rischi per l’ambiente vengono da altro”.

Ora bisogna capire come si intende risarcire, con opere di utilità pubblica, le popolazioni locali.








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