2017-04-26 13:43:00

Madri della Terra: la cura del Creato dal punto di vista delle donne


Un confronto sulla cura del Creato vista dalla prospettiva delle donne appartenenti alle grandi religioni. E’ stato questo l’obiettivo dell’incontro Madri della Terra che si è svolto ieri pomeriggio al Galoppatoio di Villa Borghese nell’ambito del Villaggio per la Terra promosso da Earth Day Italia e Movimento dei Focolari. All’incontro, realizzato in collaborazione con Religions for Peace Italia, hanno partecipato sette donne come rappresentanti delle differenti religioni nel mondo. Il servizio di Marina Tomarro:

Un impegno comune per la salvaguardia della terra perché in ogni testo sacro il creato viene descritto come un dono del Signore, che parla il linguaggio universale dell’amore verso il prossimo. E’ partito da questa riflessione l’incontro Madri della Terra. Ascoltiamo il commento della Suora Francescana dei Poveri Tiziana Longhitano, membro del gruppo ‘Custodia del Creato’ della Conferenza Episcopale italiana:

R. - Essere donna significa prendersi cura, avere una responsabilità per la vita, rispondere quindi della vita che c’è nel mondo. E poi c’è anche una solidarietà tra le donne, io l’ho sperimentato anche tra noi, anche se non ci conoscevamo prima. Subito è scattato qualcosa tra noi e questa è un’altra delle idee forti, per esempio, dell’Enciclica di Papa Francesco. Ma c'è anche un bisogno ecologico del nostro tempo, perché Francesco parla di ecologia umana integrale che interpella la persona in tutte le sue dimensioni.

La Terra viene paragonata ad una madre che accoglie e alimenta i suoi figli gratuitamente e con amore, come ci spiega Shahrazad Houshmand, teologa musulmana iraniana:  

R. - La terra giustamente viene chiamata madre e allora radunare le donne perché riflettano sul disagio che noi esseri umani abbiamo creato contro la nostra amata "casa Terra" che ci accoglie veramente come una madre, che ci nutre, ci illumina e ci ospita gratuitamente partendo proprio dalla madre che fa un lavoro simile, offrendo la vita, con l'accoglienza, con il nutrimento, potrebbe essere una svolta in una lettura critica di ciò che facciamo di male alla nostra comune casa.

La distruzione dell’ambiente rappresenta una minaccia terribile quanto reale alla convivenza umana e la più alta forma di negazione di Dio. Per questo diventa sempre più  necessaria l’educazione delle giovani generazioni verso il rispetto e la cura della casa comune. Ascoltiamo il commento di Anna Di Segni Coen, della Comunità ebraica di Roma:

R - La nostra idea è che solo dalla collaborazione tra le varie fedi è possibile fare un’azione comune verso questo rispetto che poi è in linea con quello che Papa Francesco dice dall’inizio del suo mandato perché il fatto di salvaguardare il Creato è come salvaguardare noi stessi. Quindi, inculcare nei giovani questa idea, anche inculcando l’idea che tutte le religioni sono d’accordo su questo principio, è molto importante, è basilare. Noi lo teniamo molto presente e quindi siamo molto impegnate in questa azione.

L’amore comune per il Creato è anche una strada per un maggiore incontro tra le differenti religioni, come sottolinea Mariangela Falà, presidente della Fondazione Maitreya, dell'Istituto di Cultura Buddista:

R - Noi viviamo in una casa comune e la casa comune è bella quando è pulita, quando è luminosa, quando le finestre si aprono. Quindi il dialogo è l’apertura delle finestre e il sole che batte su ogni finestra è lo stesso sole.

L'incontro - che si è concluso con la lettura di brani di otto religioni diverse sul tema della cura della Terra sulla Terrazza del Pincio - ha fatto anche da cornice finale a questa edizione del Villaggio per la Terra. Ascoltiamo alcuni commenti di chi ha partecipato a queste cinque intense giornate:

R - Intanto questo luogo è diventata la casa per moltissime realtà, per cui questo Villaggio per la Terra è diventato il posto dove si entra in sinergia e si scambiano esperienze, convinzioni, passione… Si esce con la convinzione che la Terra può essere veramente la casa comune di tutti, basterebbe già questo. Quindi ognuno di noi con la sua diversità in qualche modo è testimonianza della biodiversità che esiste nella Terra.

R - Io personalmente ho partecipato al flashmob per la pace. Ci è stato chiesto di creare qualcosa per la pace e abbiamo pensato di mettere su un flashmob che coinvolgesse non solo i giovani ma anche le mamme, i papà, i nonni, le nonne e soprattutto i bambini. In questo caso, nel nostro flashmob, erano i bambini che ci salvavano dal male ed è stato bello vedere come la gente si sia fermata e abbia capito il messaggio che noi volevamo dare: un messaggio di pace.

R - Abbiamo preso più coscienza del rispetto che noi dobbiamo avere per il Creato che Dio ci ha dato e che quindi dobbiamo salvaguardare sia per noi per vivere meglio sia per apprezzare tutto ciò che ci è stato donato.

R. - E’ la prima volta che faccio questa esperienza e ho visto che si può collaborare insieme, tante associazioni diverse: fare qualcosa di veramente bello per tanti giorni e farlo nella pace, nonostante le diversità. Questo è ciò che mi rimane.








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