2017-04-22 16:00:00

Papa al Rinnovamento nello Spirito: rimanete uniti nell'amore


Rimanete “uniti nell’amore e nella preghiera allo Spirito Santo che rende possibile tale unità. La Chiesa si aspetta questa testimonianza perché nessuno sia privo della luce e della forza del Vangelo”. Così Papa Francesco in un messaggio - a firma del cardinale Parolin, segretario di Stato - alla Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, inaugurata ieri a Rimini, nel 50.mo del movimento ecclesiale. Ricco di appuntamenti il programma con preghiere comunitarie, celebrazioni eucaristiche e momenti di adorazione. Tanti gli ospiti, tra loro il patriarca caldeo di Baghdad Louis Raphaël I Sako, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani ed europei, e mons. Angelo Becciu, sostituto della segreteria di Stato. Elvira Ragosta ha intervistato Salvatore Martinez, presidente nazionale di Rinnovamento nello Spirito:

R. – Una convocazione speciale, in un anno speciale per noi e per tutta la grande famiglia dei Carismatici nel mondo. Prima di ogni cosa, siamo qui per onorare e ringraziare il grande protagonista di questa storia sacra, che è lo Spirito Santo. A Lui dobbiamo la nascita dei gruppi, delle comunità, le opere, i ministeri, le missioni che hanno fatto ricca di bene, e di bene comune, questa famiglia ecclesiale. Ravvisiamo questa necessità: se il mondo è in crisi, non è in crisi lo Spirito Santo. E dunque urge ritornare a Lui: serve una nuova eloquenza spirituale, una immissione di vita interiore, di preghiera, in questo nostro tempo secolarizzato. E quell’antropologia fondata sul soprannaturale che ci ricorda che tutto è possibile a Dio e nulla è impossibile per chi crede. E dunque è di fede carismatica. E ogni anno a Rimini questa esperienza di misericordia, come ci dice Papa Francesco, in cui si tocca la carne ferita dell’umanità si ripete. Migliaia di persone ritornano a Dio, scoprono la bellezza, la meraviglia del suo amore nella loro vita. E così la storia di tante famiglie cambia e quella di tante persone sole viene redenta.

D. – Quanto è importante la spiritualità in questo momento con le notizie di violenze che giungono dall’attualità internazionale?

R. – Io credo che sia decisiva. E all’interno del nostro programma riusciamo, come le due facce di una stessa medaglia, a dare eco a questo bisogno e a questa esigenza. C’è un giornata dedicata alla misericordia, proprio nella festa liturgica della Divina Misericordia, in cui lasciamo che Dio si prenda carico delle ferite di questa nostra umanità così piagata da tante ingiustizie e da tante proteste. E poi uno sguardo all’attualità: vogliamo guardare alla nostra Europa con la presenza del cardinale Bagnasco e del presidente del Parlamento europeo, Tajani, per ribadire che serve un umanesimo spirituale; che l’Europa deve tornare a questa sua identità più profonda per dar corso alle sfide di questo nostro tempo e non risultare così perdente. Ma poi uno sguardo anche al Medio Oriente con il patriarca dei caldei, Sako, che ci porta in qualche modo l’eco di questi nostri fratelli, martiri cristiani bisognosi di forza spirituale alla vigilia del viaggio del Santo Padre in Egitto.

D. – Il tema del Giubileo e della Festa sono stati declinati anche per i più piccoli, per i più giovani: c’è infatti, in questi giorni a Rimini, anche un “Meeting baby”, giusto?

R. – Sì, in realtà sono tre meeting per le tre età scolari: materne, elementari e medie. È una tradizione che si ripete puntualmente dal 1999 – era l’Anno del Padre – e come padri ci siamo resi conto che bisogna guardare alle nuove generazioni. Adesso, alcuni di questi bambini sono sposati, sono responsabili nel Rinnovamento; e ci dà grande gioia vedere come la fede possa essere trasmessa nella famiglia. Sono essi stessi protagonisti di questi meeting, dunque non i destinatari ma, come vorrebbe il Concilio, bambini che evangelizzano bambini, ragazzi e giovani che si evangelizzano tra loro.

D. – La 40.ma Convocazione nel cinquantesimo anniversario della nascita del Rinnovamento. Cosa possiamo dire di tutti questi anni passati?

R. – Proverei a riassumere in questo modo. Con Paolo VI siamo nati, e abbiamo imparato ad amare la Chiesa e a farla amare. Con San Giovanni Paolo II, nel suo pontificato magno, abbiamo imparato a varcare le soglie di una speranza e di una speranza che crea, creatrice. Con Benedetto XVI, a passare la porta della fede, a sentire la bellezza della nostra fede e anche la potenza di questa fede carismatica. E adesso, con Papa Francesco, ad entrare in questo vortice, in questo abisso di misericordia; e dunque a conclamare la dimensione missionaria, l’evangelizzazione carismatica che è propria del Rinnovamento. È una storia sacra, come dicevo, per la quale proviamo grande meraviglia, sapendo che siamo solo collaboratori di un disegno divino e dell’opera dello Spirito.








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