2017-04-19 13:14:00

I fedeli: la risurrezione è gioia da vivere nella quotidianità


Ventimila fedeli hanno partecipato oggi in Piazza San Pietro alla prima udienza generale dopo la Pasqua. Il Papa, nella sua catechesi, ha esortato i presenti a testimoniare la gioia della Risurrezione di Cristo. Ascoltiamo alcuni commenti raccolti da Marina Tomarro:

R. - La Risurrezione è vita e quindi è essere vivi dentro noi. E’ spargere questa vita col cuore puro e sincero intorno a noi. E' solidarietà, unione, fratellanza: questo è la risurrezione.

R.  -  La risurrezione è una vocazione di tutti noi, ogni giorno. Si comincia con le cose piccole, con i passi piccoli, con un sorriso dinanzi a tutto, nelle cose quotidiane che si fanno e poi ovviamente ognuno a seconda delle proprie possibilità può fare sempre di più.

R. - Risurrezione è una parola che significa vita. Un cristiano deve dare vita con la sua testimonianza. Io ho trovato in Lui il mio amore perché mi dà quella capacità di dire: Signore, io ti seguo. Penso che questo sia la risurrezione.

R. - E’ aiutare tutti i poveri, quelli che hanno bisogno, quelli che soffrono.

R.  - Vuol dire essere  uomini di pace, uomini che facciano vedere che essere cristiani è una gioia, e oggi c’è bisogno di questo.

R. – Il messaggio deve passare dalla quotidianità di tutti i giorni, nelle cose che facciamo, la ferialità, come essere un lievito nella pasta.

R. - Portare ovunque questo sorriso della Pasqua vuol dire essere annunciatori gioiosi del Vangelo in ogni ambiente e in ogni situazione. Penso che questo sia un po’ il messaggio che arrivato ai ragazzi che erano con noi, siamo qui con i preadolescenti della diocesi di Milano. E' bello che questi ragazzi nonostante le brutte notizie che sentono in giro, portino in giro questo sorriso bello.

D. – Siamo alla vigilia della festa della Divina Misericordia, cosa vuol dire oggi la misericordia, soprattutto verso i giovani?

R. – Significa anche aspettare i loro tempi e non essere ansiosi nei loro confronti, togliere quello sguardo di pessimismo che ogni tanto si sente sui giovani, essere attenti invece alle grandi notizie di Vangelo che portano con le loro vite.

R. – E’ una parola molto complessa. Bisogna davvero essere cristiani nel mettere in pratica il Vangelo ogni giorno e quindi non dire le parole vuote ma dirle col cuore. Spargere il bene, il buono e il bello. E anche andare incontro al nemico è essere misericordiosi, cercando di portarlo sempre al bene.








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