2017-04-14 16:23:00

Pasqua, noi e i calvari del nostro tempo


Duecento milioni di cristiani perseguitati probabilmente non sembrano essere un numero sufficientemente enorme perchè il resto del mondo reagisca solidale, compatto e risoluto a difesa di questa nuova strage degli innocenti. Banale sarebbe elencare le date, gli Stati o le occasioni in cui queste comunità indifese vengono sfregiate da rapimenti, conversioni forzate, omicidi di massa o, più in generale, da vilissimi attentati. La faccenda, invece, inizierebbe a diventare più spinosa (e soprattutto scomoda!) se, mano sulla coscienza, iniziassimo a pensare, e a capire, che anche ognuno di noi può fare qualcosa. 

Senza andare troppo lontano a cercare esempi limite, basterebbe aprire il sito della fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre, o ascoltare le parole di un sacerdote della Diocesi di Damasco - Siria - come don Ihab Alrachid: "se molti cristiani perdono la vita per non rinnegare la fede" anche qui, in questa parte di mondo "è possibile lavorare, informarsi e pregare". Ognuno, nell'ambito e con le possibilità che gli sono date.








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