2017-04-13 12:03:00

Francesco: fermare signori della guerra e trafficanti d'armi


Siano fermati i signori della guerra, sono gli unici a guadagnare da una violenza che distrugge il mondo. E' il nuovo appello di Papa Francesco, contenuto nell'intervista che ha rilasciato al quotidiano 'La Repubblica', pubblicata alla vigilia della visita nel carcere di Paliano per la Messa in Coena Domini. Francesca Sabatinelli:

Fermare i signori della guerra
“Il mondo deve fermare i signori della guerra. Perché a farne le spese sono sempre gli ultimi, gli inermi”. Ed è accanto a questi, agli ultimi che la Chiesa deve stare, facendosi “prossima degli emarginati, degli scartati”. Nel Giovedì Santo che segna l’inizio del Triduo Pasquale, Papa Francesco unisce un forte richiamo ad una incalzante preoccupazione. Bisogna guardarsi dentro – dice – perché chi non è colpevole scagli la prima pietra e quindi “cerchiamo di guardare le nostre colpe. Allora il cuore diventerà più umano”. Francesco chiede più pace per un mondo “sottomesso ai trafficanti di armi che guadagnano con il sangue degli uomini e delle donne”. Le manifestazioni del peccato e della sua forza di distruzione sono da rintracciare “nelle guerre, nelle diverse forme di violenza e maltrattamento, nell’abbandono dei più fragili”, e chi ne fa le spese - ripete il Papa - sono “sempre gli ultimi, gli inermi”. 

La guerra mondiale a pezzi
Francesco ritorna al suo recente messaggio per la Giornata mondiale della pace per ripetere che oggi il mondo è “alle prese con una terribile guerra mondiale a pezzi”. Ma la violenza di queste continue guerre altro non fa che “scatenare rappresaglie e spirali di conflitti letali che recano benefici solo a pochi  ‘signori della guerra’”. “La violenza non è la cura” per questo mondo frantumato, rispondere alla violenza con la violenza “conduce a migrazioni forzate e a immani sofferenze” togliendo risorse ai più bisognosi e portando addirittura “alla morte, fisica e spirituale, di molti , se non di tutti”.

Nel mondo si è tutti peccatori
Tornare anche in occasione del Giovedì Santo di quest’anno in carcere significa per Francesco rispondere al “mandato di Gesù”, perché è un dovere dei pastori, preti e vescovi, “essere al servizio”. Tutti possono sbagliare, è il messaggio di Francesco, che chiede di uscire dall’ipocrisia che vede nei carcerati “solo persone che hanno sbagliato” e che non permette di pensare che si possa cambiare vita. Nel mondo si è tutti “peccatori” e spesso anche “prigionieri”, senza rendersene conto, “della cella dell’individualismo e dell’autosufficienza”, conclude il Papa, che avverte: “Puntare il dito contro qualcuno che ha sbagliato non può diventare un alibi per nascondere le proprie contraddizioni”.








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