2017-04-11 15:12:00

Rapporto Astalli: sempre più ostacoli per i richiedenti asilo


Sempre più spesso i richiedenti asilo e i rifugiati, in Italia, non hanno alternativa che divenire irregolari e invisibili. E’ da questo assunto che parte il Rapporto annuale 2017 del Centro Astalli, il Servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia, presentato oggi a Roma. Francesca Sabatinelli:

Nel 2016 ci sono stati 65 milioni di richiedenti asilo e rifugiati nel mondo, oltre 360mila arrivi via mare in Europa, di cui 181mila in Italia. E la risposta del Centro Astalli è stata per 30mila persone, metà delle quali a Roma. Sono alcuni dei numeri dell’impegno del Servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia accanto a chi chiede protezione, ai più vulnerabili. L’anno 2016, viene sottolineato, è stato caratterizzato da un clima culturale e politico in cui l’immigrazione è stata insistentemente associata ai concetti di controllo e deterrenza, il che non poco affatica il percorso di chi arriva in Europa. Padre Camillo Ripamonti, presidente del centro Astalli:

R. – Purtroppo, quello che abbiamo visto sono i rifugiati che fanno fatica, nel nostro Paese, a integrarsi, a essere accolti, a entrare nelle procedure. Dobbiamo uscire da questa difficoltà che in qualche modo noi stiamo creando loro.

D. – Quali sono le principali preoccupazioni, oggi, del Centro Astalli …

R. - … riguardano l’integrazione di queste persone e quindi la questione del lavoro, la questione della salute, perché molte volte questioni amministrative impediscono a queste persone di accedere a quello che è un loro diritto sanitario, e bisogna impegnarsi tutti a un cambio culturale.

D. – Voi avete sottolineato sin da subito la soddisfazione per quanto riguarda le scelte italiane sui minori non accompagnati e quindi la nuova legge; di contro, restano in piedi ancora tantissimi nodi, come quello sulla cittadinanza …

R. – Certamente, noi faremo in modo che non si chiuda questo governo finché non venga accettata e firmata questa legge che credo sia un esempio di civiltà di un Paese, perché queste persone, che di fatto sono cittadini italiani ma non vengono riconosciuti come italiani, credo sia un vulnus per tutta la società.

Tra le preoccupazioni del Centro Astalli, oltre al clima di chiusura che caratterizza la riflessione sull’asilo nell’Unione europea, c’è l’accordo con la Turchia, che blocca ormai del tutto l’ingresso all’Europa ai migranti forzati, soprattutto siriani. Mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana:

R. – Certi modi di risolvere i problemi io li ho chiamati, forse in maniera un po’ caustica, un subappaltare la mobilità, appaltare a Erdogan e semmai anche alla Libia questo flusso di immigrati vuol dire soltanto farci ricattare ancora una volta da queste persone.

D. – Lei ha detto: dare possibilmente un permesso di soggiorno alle persone che sono state diniegate…

R. – Sì, il motivo è sempre lo stesso. Lasciare persone nel limbo della incertezza, cioè non dire loro cosa devono fare, il tempo che devno rimanere in Italia, e così anche per  il tempo che passa dal giorno in cui sono arrivati a quando dovranno ritornare in patria, perché non ci sono le condizioni per l’accoglienza, in questo periodo, in questo tempo c’è bisogno che questa gente abbia una propria identità, abbia una propria dignità, abbia una propria possibilità di riconoscersi e di sapere che fine deve fare. C’è bisogno di buone leggi, c’è bisogno di una legalità osservata, di una legalità rispettata ma che soprattutto sia una legalità che non metta tra parentesi la dignità delle persone, le storie drammatiche delle persone.








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