2017-04-06 14:31:00

Vescovi domenicani: combattere corruzione diffusa


Combattere la corruzione e l'impunità a tutti i livelli. È quanto auspica il presidente della Conferenza episcopale dominicana, mons. Gregorio Nicanor Peña, che in una nota saluta con favore l'indagine avviata dal Procuratore generale della Repubblica sullo scandalo Odebretch, il colosso brasiliano delle costruzioni accusato di aver corrotto politici e funzionari pubblici di diversi Paesi dell’America Latina. Una “Tangentopoli” partita dal Brasile e che ha coinvolto almeno dieci Stati latino-americani (più due africani): oltre al Brasile, Venezuela, Panamá, Argentina, Ecuador, Perù, Guatemala, Colombia, Messico e appunto la Repubblica Dominicana, con 92 milioni di tangenti.

Corruzione diffusa a tutti i livelli nella società dominicana
Nella nota, ripresa dall’agenzia Fides, mons. Nicanor Peña  afferma che una volta identificati i responsabili devono pagare per le loro azioni, sottolineando che la richiesta della società di combattere la corruzione e l'impunità dovrebbe essere estesa a tutti i livelli. "Nella famiglia e nella società in generale c'è molta corruzione. Di solito viene attribuita solo al Governo, tuttavia se ci guardiamo intorno c'è molta corruzione vicino a noi, e anche noi siamo colpevoli", ha dichiarato il presule in un’intervista rilasciata nei giorni scorsi a margine della Giornata Nazionale del Giornalista promossa dalla Conferenza episcopale e dalla Pontificia Università “Madre y Maestra” (PUCMM) di Santo Domingo.

Le manifestazioni di protesta nel Paese
Domenica 26 marzo migliaia di dominicani hanno marciato a Santiago de los Caballeros, la seconda città più grande del Paese, per chiedere azioni concrete contro le persone coinvolte nello scandalo. I manifestanti hanno anche chiesto la sospensione delle attività del colosso brasiliano nell’isola. (L.Z.)








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