2017-04-03 15:46:00

Puglia, il maltempo ferma i lavori ma non le proteste No-Tap


Sono per il momento, a causa del maltempo, fermi i lavori del cantiere del microtunnel del gasdotto a San Foca di Melendugno, a Lecce. Ferma anche l’eradicazione degli ulivi ancora impiantati. In assenza degli operai, però, a non mancare sono i manifestanti del Comitato ‘No Tap’, assieme a sindaci, parlamentari e consiglieri regionali tutti contrari al progetto. Francesca Sabatinelli:

 La pioggia ferma i lavori e l’espianto degli ulivi, finora 183 su 211, ma non le proteste ‘No-Tap’ e a Melendugno, comune a pochi chilometri da Lecce, al ‘no’ al gasdotto degli abitanti, dei sindaci salentini, 82 su 97, oggi si è unito quello degli alunni della scuola Mazzini che hanno scritto poesie sull’ambiente lette dalla preside davanti all’Istituto scolastico. In circa 500 hanno continuato a presidiare il cantiere del gasdotto,  la Tap – Trans-Adriatic Pipeline, che porterà gas dall’Azerbaigian all’Italia e all’Europa. Sono ormai due settimane che le manifestazioni vanno avanti, di pochi giorni fa l’appello del vescovo di Lecce, mons. Domenico D’Ambrosio che, invitando a riflettere sulla ‘Laudato sì’ di Papa Francesco, aveva chiesto “una pausa di riflessione” anche “per ascoltare le ragioni del territorio”.  Don Antonio Mesagne, direttore Caritas Lecce:

“La paura è che si stravolga il territorio. Si stanno espiantando degli alberi secolari, è pure vero che l’intento è quello di trapiantarli più o meno nella stessa zona, però c’è questo timore. Inoltre, la zona è prettamente turistica e quindi si sta chiedendo di portare questo gasdotto in una zona più confacente per non stravolgere il territorio. Sta succedendo quello che ha detto l’arcivescovo, cioè che non si sta sentendo il territorio. È necessaria una pausa di riflessione, si dovrebbe lavorare veramente tutti insieme non per il ‘benessere’ ma per il bene comune, per la giustizia sociale, in modo che tutti possiamo stare in piedi, perché oggi si lotta per stare in piedi”.

Critiche al progetto del gasdotto sono arrivate anche dal governatore della Puglia Michele Emiliano, per il quale basterebbe spostare di soli 30 chilometri il microtunnel. Mons. Fabiano Longoni, Direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro della CEI :

 “Quello ambientale non è un tema, come dire, a parte, è l’ecologia integrale, è la connessione con tutta la realtà. Quindi, ben vengano le mobilitazioni nel momento in cui sono il frutto di una razionale consapevolezza che nel momento in cui si difende l’ambiente, lo si fa a tutti i livelli. In tutto questo però, bisogna fare i conti con il diritto al  lavoro. Tutto ciò significa che dovranno trovare, chi di competenza, una capacità di non mettersi in una situazione di scontro pura e semplice, ma costruttiva, capace quindi di trovare la soluzione giusta. Quello che alle volte manca, però, è una decisione condivisa, una democrazia partecipativa, un contatto con il territorio, si arriva allo scontro anche per questo motivo. Quindi, più che dare ragione all’uno o all’altro dei contendenti, io direi, seguendo quello che dice il vescovo, che bisogna avere questa capacità di capire che tutti sono parte di quel territorio e tutti, in qualche modo, hanno il compito di difenderlo, ma d’altra parte è necessario avere quell’equilibrio assolutamente principale di dire ‘se posso dare opportunità ad un bene comune lo devo fare’. Questo magari vorrà dire spostare il luogo, qualcuno dice: spostarlo in una zona più industriale, sentivo questo da alcuni sacerdoti di Lecce, competenti sicuramente più di me. Forse questa è la strada: fare anche questo cambiamento di ingresso rispetto a quelle che sono le prospettive attuali”.

Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso della regione Puglia e del comune di Melendugno, una sentenza a favore della multinazionale che legittima la realizzazione a San Foca della Tap. Il punto - spiega mons. Nicola Macculi, direttore dell’Ufficio pastorale sociale e del lavoro dell’arcidiocesi di Lecce -  “non è che il gasdotto non si faccia, ma che venga trasferito altrove, dove l’impatto ambientale sarebbe più contenuto”:

“In questo momento occorre mettersi al tavolo chi ha responsabilità, chi ha competenze, per valutare, prima che sia magari troppo tardi, l’occasione e l’opportunità di scegliere un sito alternativo. Ora, io non sono un tecnico però reputo che qualche altro sito sia possibile. E poi trovare una mediazione che vada bene per tutti: per la gente, per la multinazionale, per il discorso dell’approvvigionamento anche delle risorse, che sono importanti. Diciamo che a sud di Otranto arriverà un rigassificatore, su Brindisi probabilmente arriverà un altro rigassificatore, quindi nel breve tempo un territorio come il nostro sarà interessato oltre che dalla Tap, da altri due arrivi di gas. Questo un po’ preoccupa anche la gente, dopo le vicende dell’llva, non ultime anche quelle legate a Cerano. Insomma, è un discorso da prendere in seria considerazione, soprattutto dialogando e lavorando per il bene di un territorio che fino ad oggi non ha dato poco. Anche progetti di natura trans-europea possono trovare legittimità alla luce di tutto quello che, magari, abbiamo ascoltato nell’Enciclica di Papa Francesco, la Laudato si’: il bene della terra, il bene dell’ambiente, oltre che quello stesso delle persone”.








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