2017-03-30 14:55:00

Pakistan. Nuovo tentativo di conversione di cristiani all'islam


Leader religiosi e attivisti cristiani chiedono provvedimenti contro un procuratore che ha confessato di aver spinto prigionieri cristiani ad abbandonare la loro fede per abbracciare l’islam. A scatenare la reazione, afferma AsiaNews, è la notizia pubblicata dai media pakistani, in cui si riporta che il pubblico ministero Syed Anees Shah ha condotto 42 prigionieri cristiani davanti una corte antiterrorismo in Lahore, nella provincia del Punjab, affermando di poter “garantire il loro rilascio” se si fossero convertiti all’islam. Shah, contattato da un quotidiano inglese, ha prima respinto ogni accusa per poi confessare di aver offerto loro una scelta. I cristiani, tutti provenienti dal quartiere Youhanabad di Lahore, sono stati arrestati per aver linciato due musulmani sospettati di terrorismo qualche minuto dopo l’attacco di due attentatori talebani contro due chiese, il 15 marzo 2015.

Conversioni forzate, migliaia ogni anno
Le conversioni forzate sono un tema molto caldo nel Paese. Organizzazioni per i diritti umani pakistane affermano che ogni anno circa mille donne cristiane e indù sono costrette a convertirsi e a sposare uomini musulmani. Secondo l’ultimo “rapporto sulle minoranze religiose in Pakistan” della Commissione nazionale giustizia e pace della Conferenza episcopale pakistana, cinque cristiani si sono convertiti all’islam nel 2014. Fra questi, tre adolescenti cristiane che erano state rapite e costrette al matrimonio.

Il tentativo con Asia Bibi
Secondo l’avvocato cristiano Nadeem Anthony, la stessa proposta di conversione all’islam è stata fatta ad Asia Bibi, la mamma cristiana da sette anni in carcere e a rischio di esecuzione capitale perché accusata di blasfemia contro il profeta Maometto. Ricordando il loro incontro nella prigione distrettuale di Sheikhupura nel 2010, Anthony cita le sue parole: “La mia fede è viva e non mi convertirò mai”.








All the contents on this site are copyrighted ©.