2017-03-29 07:04:00

May firma la lettera per la Brexit, la Scozia minaccia di lasciare Uk


La Brexit diventa realtà. La premier britannica Theresa May ha firmato la lettera per la notifica dell'articolo 50 del Trattato di Lisbona sancito dal referendum del 23 giugno scorso. La Scozia però minaccia di lasciare il Regno Unito.Alessandro Guarasci:

Alle 13.30 nei fatti partirà il processo della Brexit. A quell’ora la lettera di Theresa May sarà consegnata al presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk dall'ambasciatore del Regno Unito a Bruxelles. Così scatteranno i due anni di negoziati previsti per il divorzio.

E’ "uno dei momenti più importanti nella recente storia del Regno Unito", ha sostenuto l'inquilina di Downing Street. "Dobbiamo cogliere questa storica opportunità per emergere nel mondo e plasmare un sempre maggiore ruolo per una Gran Bretagna globale", ha aggiunto la premier May. Ma la Scozia non ci sta e la lettera di oggi rischia di diventare "storica" anche per l'avvio della dissoluzione del Regno, formalmente Unito dal 1707.

Il parlamento scozzese ha risposto alle parole della May la proposta della first minister Nicola Sturgeon, di avere un secondo referendum per l'indipendenza della Scozia dopo quello perso nel 2014. A giugno la Scozia aveva detto largamente 'no' alla Brexit.

Ma come cambieranno i rapporti internazionali per Gran Bretagna e Unione Europea? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Federiga Bindi, docente di Politica europea al centro “Jean Monnet” dell’Università romana di Tor Vergata:

R. – Per quanto riguarda il futuro dell’Inghilterra - e ho usato appositamente il termine “Inghilterra” - mi pare che in un certo senso Brexit sia la fine del colonialismo, con la Scozia che quasi sicuramente uscirà, perché il motivo primario per il quale gli scozzesi decisero di rimanere all’interno della Gran Bretagna era proprio per stare dentro l’Unione Europa. Il rischio è che poi anche l’Irlanda del Nord faccia un percorso simile nonostante tutti i problemi che la contraddistinguono. Quindi della Gran Bretagna rimarrà solo l’Inghilterra, con un rapporto forse privilegiato con gli Stati Uniti, ma insomma la piccola Inghilterra avrà certamente meno peso della Gran Bretagna. Per l’Unione Europea è il momento di riflettere seriamente. In realtà Brexit è una grandissima opportunità, perché per molti anni ci si è nascosti dietro l’ostruzionismo della Gran Bretagna e dietro un sacco di politiche; questo non ci sarà più. Brexit ha avuto chiaramente l’effetto di un sostegno maggiore per l’integrazione europea nel resto d’Europa, quindi è un’occasione che spero i nostri leader sappiano valorizzare.

D. - È immaginabile, nonostante la premier May dica che i rapporti con l’Europa rimarranno saldi, che la Gran Bretagna rientri nella sfera economica degli Stati Uniti?

R. - La Gran Bretagna in parte è già nella sfera economica degli Stati Uniti. Molti europei non si rendono conto che gli Stati Uniti tendono a giudicare le persone, gli enti a seconda del loro interesse e a seconda del loro peso specifico. È evidente che una piccola Inghilterra avrà un peso specifico minore rispetto ad una Gran Bretagna parte dell’Unione Europea. Quindi gli americani avranno comunque molto meno interesse nell’Unione Europea. Penso che loro tenderanno a trovarsi un altro partner privilegiato che faccia da cavallo di Troia all’interno dell’Unione Europea.

D. - Tornando al discorso della Scozia, quale interesse ha quest’ultima a voler rimanere in Europa?

R. - Ha tutti gli interessi. A differenza del Regno Unito che non si rende conto di cosa andrà a perdere, gli scozzesi hanno ben chiaro cosa perderebbero: fondi, accesso al libero mercato, libera circolazione … Qui sono i conservatori inglesi a non rendersene conto. La Scozia avrebbe tutto da perdere dall’essere fuori dall’Unione Europea e nulla da guadagnare.








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