2017-03-27 16:47:00

Papa a Milano, Poretti: ha mostrato una Chiesa accogliente


“E’ vero che noi milanesi siamo seri, pensiamo sempre al lavoro e sembriamo a volte scostanti, ma io ero sicurissimo che Papa Francesco avrebbe fatto di un milione e mezzo di milanesi, un milione e mezzo di ‘meridionali’ festanti”. Provocato sulla proverbiale serietà dei milanesi, Giacomo Poretti, attore comico e sceneggiatore milanese - membro del celebre trio Aldo, Giovanni e Giacomo – racconta dal suo punto di vista la visita pastorale di Francesco nel capoluogo lombardo, svoltasi sabato 25 marzo. “Siamo un po’ schivi – spiega – ma in fondo in fondo siamo i ‘napoletani dello spirito’, cioè diventiamo gioiosi e calorosi quando si toccano certi temi”.

"E' uno di noi"

Poretti era stato ingaggiato dal card. Scola per aiutare i suoi concittadini a prepararsi alla visita papale, attraverso alcune video lettere, indirizzate al Pontefice, diffuse sui social dalla Curia milanese. Oggi è convinto che la presenza del Papa abbia lasciato semi importanti. “E’ da sabato sera che incontro persone, anche molto lontane dalla fede, che sono rimaste colpite dal suo modo di parlare e mi dicono che il Papa ‘è uno di noi’. Sembra una frase banale ma vuol dire tanto: significa che Francesco ha saputo accorciare in un attimo, con i suoi gesti semplici, quella distanza che molti avvertono nei confronti della Chiesa”.

Un urlo speciale

“Sabato 25 marzo – racconta Poretti – ero sul prato di San Siro per partecipare all’incontro di Francesco con i cresimati e i cresimandi e dare una testimonianza personale sull’importanza dell’oratorio nella formazione cristiana. Ero in ansia, agitato e nervoso. Potrei dire che le gambe mi facevano ‘giacomo giacomo’! Ho sessant’anni e vado in quello stadio da quando ne avevo cinque, mi ci portavano i miei genitori, ma l’urlo che ho sentito quando è arrivato il Papa aveva una modulazione particolare, davvero speciale”.

L'importanza di accogliere

“Era l’urlo di gioia di chi ha trovato qualcuno capace di accoglierci così come siamo, con le nostre imperfezioni e i nostro difetti”, continua l’attore. “Francesco ha saputo mettersi in gioco in prima persona per valorizzare quella modalità della Chiesa che  – per come la vedo io – viene prima ancora dei dogmi e delle leggi ed è la più importante e straordinaria: l’accoglienza. Le persone sentono di essere accolte, ascoltate da lui, nonostante i dubbi. Io conosco tante persone che non credono, che non sono in un cammino di fede, che però prestano molta attenzione a questo Pontefice. Lui è materno, paterno ed è contemporaneamente anche un nonno”.  








All the contents on this site are copyrighted ©.