2017-03-23 13:22:00

Bce: crescita mondiale è modesta, rimangono incertezze


“La crescita mondiale resterà sostenuta, sebbene modesta in termini storici". E’ quanto prevede l’analisi della Banca Centrale Europea che oggi ha presentato il bollettino economico. Secondo i dati l'inflazione dell'Eurozona continua ad aumentare e rimangono incertezze. Massimiliano Menichetti:

Luci ed ombre sull’economia globale. Dalle valutazioni e previsioni diffuse dalla Banca Centrale Europea viene la certezza di una crescita in atto “continuativa”, però modesta e ricca di incertezze che vanno ricercate, secondo gli analisti, nella “messa a punto delle nuove politiche statunitensi dell'amministrazione” Trump, nel graduale riequilibrio dell'economia cinese e sulle "future relazioni tra il Regno Unito e l'Unione Europea", dopo la Brexit. Se necessario la Banca Centrale Europea è pronta ad attivare il cosiddetto “Quantitative Easing”, ovvero acquistare dalle banche titoli di Stato o di altro tipo per immettere nuova liquidità nella macchina economica dell'Ue, così da incentivare i prestiti. La ripresa comunque nell'eurozona si consolida ed amplia, cala la disoccupazione e cresce l’inflazione anche se di poco e in questo quadro conferma la necessità di mantenere i tassi monetari "pari o inferiori" agli attuali che sono ai minimi di sempre.

Sui dati della Banca Centrale Europea anche in relazione alla Brexit e alla crisi greca abbiamo intervistato l’economista Andrea Boitani, ordinario all’Università Cattolica di Milano:

R. – In realtà la crescita è piuttosto modesta e soprattutto sottoposta a incertezze. Modesta in termini storici significa che stiamo crescendo mediamente meno di quanto non fosse accaduto nei precedenti 40-50 anni.

D. – Quindi vuol dire che la crisi economica non è finita?

R. – O che la crisi economica non è finita oppure che siamo entrati in una fase che potremmo definire di stagnazione secolare e cioè di crescita bassa per un lungo periodo di tempo. La cosa che però fa più temere è che questa crescita modesta è sottoposta a svariate incertezze.

D.  – Tra le incertezze rilevate ci sono le ricadute globali della politica statunitense, il graduale riequilibrio dell’economia cinese e le future relazioni tra Regno Unito e Unione europea, evidentemente dopo la Brexit…

R.  – Sono tutti e tre punti estremamente importanti. La politica dell’amministrazione americana non è affatto chiara ancora, non è definito quello che è stato presentato come un budget. In realtà erano più una serie di dichiarazioni simili a quelle della campagna elettorale che non a quelle di un vero bilancio. La Brexit è stata avviata con l’attivazione dell’articolo 50 del Trattato, ma non sappiamo ancora quanto durerà esattamente e a quali conseguenze porterà in termini di accordi commerciali e di scambio all’’interno dell’area europea. Infine, la Cina sta transitando verso un periodo di crescita più moderata, normale per certi versi dopo il grande balzo che c’è stato nei decenni precedenti. Tutto questo ovviamente può produrre molte incertezze.

D.  – L’altro nodo importante, per quanto riguarda l’Europa e la Grecia: il ministro degli Esteri tedesco Gabriel in visita da Atene ha ribadito il sostegno alla Grecia e il riconoscimento degli sforzi di riforma intrapresi. Di tutt’altro segno sono state invece le dichiarazioni del ministro delle Finanze Scheuble…

R. – Il governo tedesco è un governo di coalizione che sta per affrontare elezioni in cui i due principali partiti saranno avversari. Quindi bisogna capire esattamente quale sarà l’atteggiamento del governo tedesco. Io credo che effettivamente l’atteggiamento di Gabriel colga anche il sospetto che la Grecia possa essere abbandonata e quindi lasciata al destino di uscita dall’euro con un effetto deflagrante su tutta l’unione monetaria ed economica europea. Quindi è necessario riconoscere gli sforzi che la Grecia ha fatto e che sono probabilmente stati oltre ciò che sarebbe stato necessario e giusto fare e continuare ad aiutare Atene negli anni futuri. Io ritengo che l’atteggiamento presentato da Gabriel sia corretto, però non sappiamo se sia quello veramente preso dal governo tedesco.








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