L’iniziativa si chiama "olla solidaria" o anche "olla comunitaria" (letteralmente, pentola solidale o comunitaria) e sta progressivamente prendendo piede in numerose realtà ecclesiali — parrocchie, conventi, strutture caritative — per fare fronte alla grave emergenza, anche alimentare, che sta attraversando il Venezuela. Il prossimo appuntamento – ricorda l’Osservatore Romano - è fissato per domenica 26 marzo nella città di Mérida per iniziativa della Conferenza episcopale e di Caritas Venezuela. Ma l’esperienza è partita con successo lo scorso ottobre in una parrocchia dell’arcidiocesi di Barquisimeto per mettere in pratica l’invito di Papa Francesco per il giubileo della misericordia. Si tratta di approntare giornalmente uno spazio dove si cucina per la gente che soffre la fame. «La situazione nel nostro paese è molto critica e come Chiesa siamo chiamati ad aiutare i bisognosi, come Gesù ci insegna nel suo Vangelo», spiega il parroco, padre Jesús Martínez.
Il 93% delle famiglie non riesce a comprare cibo sufficiente
Ogni giorno nella parrocchia di Barquisimeto, intitolata a san Francesco d’Assisi,
si preparano cinque grandi pentole per dare da mangiare a 400 o a volte anche a 500
persone: anziani, bambini e persino intere famiglie. All’inizio erano in pochi, e
c’era solo una pentola, poi il gruppo è cresciuto e a gennaio è stato attrezzato in
parrocchia uno spazio e una piccola cucina con due grandi pentole. «Non è un lavoro
facile, soprattutto avere il cibo e le persone che dedicano ogni giorno parte del
loro tempo a questa opera di carità e di misericordia», afferma il parroco, il quale
spiega che «adesso anche altre parrocchie hanno cominciato a imitare questa iniziativa,
perché la situazione è critica». In effetti, sempre più persone in Venezuela sono
costrette addirittura a rovistare nella spazzatura nella disperata ricerca di cibo.
E non si tratta solo di mendicanti e di senzatetto, ma di centinaia di famiglie. Secondo
recenti indagini il 93 per cento delle famiglie venezuelane non riesce a comprare
cibo sufficiente, mentre l’8 per cento rovista tra i rifiuti. Una situazione che non
può lasciare indifferente la comunità cristiana.
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