2017-03-21 14:11:00

Don Ciotti: a Locri siamo tutti sbirri. Migliaia contro le mafie


Migliaia le persone in corteo a Locri e migliaia in altri quattromila luoghi d’Italia. Coinvolge tutta la penisola l’odierna 22.ma Giornata della Memoria e dell’impegno in  ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico. Una giornata che ricorda chi ha pagato con la vita l’impegno contro la criminalità organizzata. Ad aprire il corteo Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, che dal palco si è rivolto ai partecipanti. Contro di lui e contro le forze dell’ordine ieri, sempre a Locri, erano comparse scritte ingiuriose. Francesca Sabatinelli:

Oggi a Locri siamo tutti sbirri. Don Luigi Ciotti rovescia il senso minaccioso e offensivo delle scritte contro di lui e le forze dell’ordine comparse ieri sui muri della cittadina calabrese, per gridare che nessuno può etichettare e insultare gli esponenti delle forze dell’ordine che hanno perso la vita nella lotta alla criminalità. Oltre 25mila le persone partecipanti al corteo di Libera a Locri, 500 mila nei quattromila luoghi italiani in cui in contemporanea si è svolta la Giornata della memoria e dell'impegno per le vittime di mafia, che ha coinvolto centinaia di associazioni, enti, scuole. I partecipanti hanno poi assistito alla lettura dei nomi delle 950 vittime innocenti della mafia. Don Ennio Stamile è il referente regionale dell’associazione Libera:

R. – Chiamiamolo “miracolo”, possiamo definirlo così. È anche il frutto di tanto lavoro, di tanto impegno da parte di don Ciotti, di Libera, delle tante altre associazioni che compongono questa grande rete, della Chiesa locale e di tutti coloro i quali hanno creduto in questa sfida enorme. All’inizio sembrava davvero una sfida grandissima poter essere qui a Locri in quasi trentamila, tantissimi giovani, tantissime associazioni che dicono con la loro presenza “No” ad ogni forma di criminalità, dicono di stare accanto ai famigliari delle vittime innocenti, dicono che è importante esserci perché da domani è poi importante impegnarsi per poter anche con i nostri “No” e con il nostro impegno fronteggiare questo cancro della ‘ndrangheta. Come ci hanno detto i vescovi è importante la sfida educativa, un’educazione che prepari innanzi tutto alla libertà, alla dignità. Non possiamo lasciare da sole le agenzie educative, la famiglia, la scuola, la Chiesa.

D. - Le persone che sono lì e non solo lì, ma in tutta Italia, oggi sono anche molto presenti nel porgere la loro solidarietà a don Ciotti, al vescovo di Locri e alle forze dell’ordine …

R. - Sono venuti qui anche per questo, perché davvero quelle scritte sono offensive nei confronti non solo di don Ciotti, ma dell’intera Calabria, della Calabria bella, quella che vediamo oggi qui in questa splendida piazza stracolma. È questo il volto bello della Calabria. Questi personaggi si sono “buttati la zappa sui piedi”, come si usa dire, perché mai avrebbero immaginato questa reazione così bella, così intensa, così partecipata di tante migliaia di persone.

D. - Questa grande manifestazione fa capire che i cittadini calabresi hanno sconfitto l’omertà?

R. - Certamente. Ce lo auspichiamo per lo meno, perché sconfiggere l’omertà non è semplice. Molte realtà vivono ancora un clima di paura, però dobbiamo capire che uno dei grandi macigni che impedisce alla giustizia, al diritto di correre come un fiume, come acqua potente, come ci ha insegnato Martin Luther King, è l’omertà. Allora, siamo qui tutti insieme per fare leva affinché questi macigni vengano davvero tolti e perché la giustizia possa scorrere come un fiume. Questo è l’augurio che io mi sento di fare a questa terra bellissima straordinaria che è la Calabria. Ci sono tantissimi famigliari di vittime innocenti, di imprenditori, di giornalisti, di magistrati che hanno saputo reagire. Oggi siamo in un luogo simbolico: Piazza dei Martiri. Questi mille nomi sono martiri e noi li ricordiamo oggi con grande entusiasmo e da questo sangue speriamo che rinasca una nuova primavera per la Calabria.








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