“Quale Chiesa fra vent’anni?” E’ l’affascinante domanda che lancia il primo Festival Internazionale della Creatività nel Management pastorale, promosso dalla Pontificia Università Lateranense in programma nella sede dell’ateneo dal 23 al 25 marzo. L’evento, in collaborazione con la Villanova University della Pennsylvania e con la realizzazione formativa di Creativ, coinvolgerà donne e uomini, laici e consacrati, che si stanno impegnando nel rinnovamento della Chiesa come chiesto da Papa Francesco. Le iscrizioni al Festival, che si articolerà in conferenze, workshop e lezioni interattive, sono possibili accedendo sul sito www.festivalpastoralecreativa.com. Per illustrare l’obiettivo di questo evento inedito, Alessandro Gisotti ha intervistato il rettore della Pontificia Università Lateranense, mons. Enrico Dal Covolo:
R. – Come prima cosa, direi che non abbiamo "ricette" in tasca da proporre: la nostra è una ricerca aperta. Come è nata? È nata da alcune edizioni che abbiamo proposto riguardo alla prassi pastorale virtuosa sia per religiosi, consacrati, sacerdoti, sia per laici. Abbiamo avvertito questa domanda – l’abbiamo intercettata fortemente – "Quale futuro di Chiesa?" Non abbiamo ricette da proporre, ripeto, abbiamo delle riflessioni che si svolgono dentro un’università, quindi a un livello scientifico, accademico, ma che, riteniamo, possano essere molto utili di fronte alla domanda che ci è stata proposta.
D. – Papa Francesco esorta spesso ad essere creativi nella vita della Chiesa: cosa ci si può aspettare al riguardo da questo festival?
R. – Il Papa esorta alla creatività: è una delle parole ricorrenti del suo vocabolario. Che cosa ci si può aspettare dunque da questo nostro Festival della creatività? Beh, io credo – e personalmente me lo attendo – delle indicazioni di concretezza: cioè su quali linee precisamente muoverci di più; quali sono le priorità e le strategie da proporre, a livello di diocesi, di parrocchie, ma non solo, anche a livello di istituzioni politiche. Perché il Festival si rivolge anche proprio alle istituzioni politiche: vi partecipano rappresentanze di tutto il mondo. E allora noi vorremmo, attraverso questo Festival, giungere a una sorta di dichiarazione, di manifesto, in cui vengano specificate queste linee concrete lungo le quali la creatività di cui il Papa parla, e la Chiesa che noi prospettiamo tra 20 anni, si possano muovere.
D. – Può darci qualche anticipazione su cosa troveranno i partecipanti all’evento?
R. – Troveranno diversi spazi interessanti, suddivisi nell’organizzazione: conferenze pluriprospettiche; tavoli delle buon pratiche; spazi della corresponsabilità; esperienze evocative ed eventi che ormai hanno già segnato positivamente questo cammino; dialoghi con persone molto autorevoli; un tavolo aperto di domande e di ricerche e diversi gruppi di lavoro.
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