2017-03-11 13:37:00

La Consulta femminile, per un mondo migliore


E’ stata presentata ufficialmente in Vaticano alla vigilia dell’8 marzo la Consulta femminile, organismo consultivo nato in seno al Pontificio Consiglio della Cultura su impulso del suo presidente il cardinale Gianfranco Ravasi. Una realtà, quella della Consulta, che ha ormai una storia consolidata, le cui radici affondano nella Lettera apostolica di Giovanni Paolo II “Mulieris Dignitatem” dove per la prima volta compare l’espressione ‘genio femminile’.

Per parlare di questa realtà così articolata, di cu fanno parte ben 37 donne attive nel mondo delle professioni, del giornalismo, del terzo settore e della Chiesa abbiamo interpellato quattro esponenti della Consulta stessa: la professoressa Consuelo Corradi, prorettore della LUMSA e coordinatrice della Consulta; Roberta Gisotti, giornalista della Radio Vaticana e docente universitaria; Lavinia Biagiotti, imprenditrice nel campo della moda e dell’arte ; e Nancy Brilli, attrice di teatro cinema e televisione. Cliccate qui per sentire cosa ci hanno raccontato:

Per Roberta Gisotti, giornalista della Radio vaticana, l’aspetto innovativo della Consulta è che “si tratta una realtà che ci chiama in causa non soltanto sulle questioni prettamente femminili, ma ci permette di esprimerci come donne, in totale libertà e secondo le nostre sensibilità, le nostre culture e la nostra religione, sulle sfide che interpellano il mondo contemporaneo.

Lavinia Biagiotti, che rappresenta la terza generazione di donne alla guida di una consolidata esperienza imprenditoriale sottolinea come la Consulta sia certamente un luogo del fare, “dove il settore dell’economia fornisce spunti interessanti per capire in che direzione lavorare. Basti pensare che circa il 60% delle donne lavoratrici nel mondo – quindi 750milioni di donne – non ha alcun diritto rispetto alla maternità.

Anche la professoressa Consuelo Corradi, come coordinatrice della Consulta, vede uno degli snodi della questione femminile nel rapporto con il mondo dl lavoro: “La chiave interpretativa per capire quello che la Consulta femminile vuole fare è capire che non è contro gli uomini che vogliamo andare. Vogliamo andare verso una società migliore, senza contrapposizioni. Le donne hanno bisogno di lavorare, aiutiamole ad inserirsi bene, ciascuna secondo i propri talenti, all’interno dei mondi lavorativi, perché questo porterà un grande beneficio alla società  e porterà un grande beneficio a queste donne. Se vogliamo fare alzare i tassi di natalità in Italia bisogna aiutare le giovani donne ad inserirsi nel lavoro.

Sull’importanza del contributo maschile al cambiamento di una società fortemente stereotipata, conviene anche l’attrice Nancy Brilli: universo maschile e femminile devono per forza collaborare, da soli non si riesce ad andare avanti. Nel mondo dello spettacolo spesso le donne sono state relegate – e a volte si sono ritagliate da sole - uno spazio che era puramente decorativo. Ma ora le cose stanno cambiando, anche se c’è molto lavoro da fare.








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