2017-03-11 10:59:00

Commento di don Sanfilippo al Vangelo della II Domenica di Quaresima


Nella seconda Domenica di Quaresima, il Vangelo ci propone la Trasfigurazione di Gesù. A Pietro, Giacomo e Giovanni che il Signore aveva condotto su un alto monte, la voce del Padre celeste dice:

«Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo».

Su questo brano evangelico ascoltiamo una breve riflessione di don Gianvito Sanfilippo, presbitero della diocesi di Roma: 

Il Signore ci dà un appuntamento di straordinaria importanza, invitandoci ad incontrarlo nel Triduo pasquale, in particolare nella Veglia di Pasqua, detta non a caso, la “Notte delle notti” e la “Madre di tutte le Veglie”. In questa seconda domenica di Quaresima Gesù si trasfigura, dialoga con Mosè ed Elia, per trasformarci in nuove creature: tutti i peccati e le concupiscenze dell’uomo vecchio, infatti, saranno distrutti e rimarrà Cristo solo. Ciascun idolo che ci schiavizza sparisce così dal nostro cuore, ogni vizio e presunzione, come il Faraone infernale, è travolto dalla Risurrezione e lo splendore del suo Volto ci attira alla virtù, suscitando in noi il desiderio del bene. In quale altra occasione della vita riceviamo doni e aiuti di tale portata? Pertanto il Salvatore, attraverso la Chiesa, ci esorta in questi quaranta giorni, ad uscire dalla terra dell’egoismo e a salire la montagna. La parola di Dio sarà fondamentale in questo tempo, perché ci aiuterà a riconoscere i nostri peccati e a odiarli, anelando una vita nuova che da soli non possiamo darci. Solo una grave superficialità può indurci a non preparare questo Triduo e questa Notte santissima. La Pasqua potrebbe divenire, allora, una ricorrenza noiosa, una Messa fugace per soddisfare il precetto, dove tutto, però, rimane immutato senza alcuna risurrezione.








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