2017-03-09 14:35:00

Al via reddito d'inclusione in Italia. Caritas: risultato importante


In Italia si comincia a parlare di lotta all’esclusione sociale. Il Senato ha approvato in via definitiva il ddl di contrasto alla povertà, che mira a introdurre un reddito di inclusione, un sostegno ai soggetti che vivono in indigenza. Per il ministro del Lavoro Giuliano Poletti saranno raggiunte circa due milioni di persone. Alessandro Guarasci:

L’Italia è sempre stata considerata maglia nera in Europa in fatto di strumenti di lotta alla povertà. Gli ultimi dati dell’Istat dicono che nel 2015 le famiglie residenti in condizione di povertà assoluta erano quasi 1 milione e 600 mila e gli individui cinque milioni, il numero più alto dal 2005 a oggi. Con il reddito di inclusione, il governo dà un aiuto a meno la metà di questi, ma comunque prevede fino a 500 euro al mese alle famiglie in condizioni di disagio con limiti diversi a seconda delle difficoltà del nucleo, del numero dei componenti, del reddito e della situazione patrimoniale. Mario Marazziti, presidente della Commissione Affari Sociali della Camera:

“Calcoliamo che in Italia esistono fino a 12 mila misure diverse di integrazione allo stipendio, alla pensione, sussidi comunali, regionali… Per la prima volta nella nostra storia contemporanea siamo riusciti a costruire un percorso che dovrebbe colpire la povertà assoluta in tutte le persone che ne soffrono. Non è semplicemente un’erogazione finanziaria ma è accanto a un percorso di inclusione attiva”.

Dunque, anche un percorso che punti alla formazione, al reinserimento in società. Il governo ha previsto una stanziamento a regime di un miliardo a 600 milioni, mentre per aiutare tutti poveri ne servirebbero sette. Un primo passo, comunque, dice la Caritas. Francesco Marsico dell’area nazionale:

“E’ un processo così impegnativo per un Paese con una finanza pubblica come quella italiana… Indubbiamente è un risultato importante. Quindi avviare un percorso, sicuramente, con risorse inadeguate, però di questa rilevanza, che riguarda non soltanto la spesa pubblica ma anche la capacità dei servizi territoriali, delle comunità territoriali, di fare spazio e dare prospettiva alle famiglie, alle persone povere, diciamo così, se pure siamo in fondo alla classifica stiamo entrando nella classifica dei Paesi che lottano contro la povertà”.

I Cinque Stelle giudicano la misura insufficiente e propongono in alternativa un reddito di cittadinanza, che, secondo loro, andrebbe a coprire tutti i poveri. Ad oggi, un quarto delle famiglie è a rischio povertà, e in indigenza assoluta sono il 17% delle famiglie con cinque o più componenti. Ancora Marsico:

"Soprattutto i centri di ascolti ci segnalano in questi ultimi anni il rischio dell’intrappolamento, vale a dire persone che sono entrate dopo la crisi economica in condizioni di fatica sociale ed economica e che non riescono a uscire. Per questa ragione una norma di questo tipo, una legge di questo tipo è importante perché, ovviamente, i soggetti sociali possono evitare l’interruzione dei legami di solidarietà con le famiglie. Ma evidentemente c’è bisogno di misure strutturali, di una norma che garantisca reddito e presa in carico di queste persone, altrimenti il rischio di una ferita non rimarginata provocata dalla crisi è molto alto".

Certo, nel frattempo si agevolano i milionari che vogliono far rientrare capitali in Italia, con una flat tax da 100 mila euro. Un’iniziativa in contrasto con una vera politica per i poveri? Mario Marazziti:

“Si sta pensando che può essere una misura che riattiva risorse e fa rientrare le risorse in maniera significativa, non come una semplice sanatoria ma in modo poter finalmente rendere l’Italia di nuovo interessante per gli investimenti anche di italiani o esteri che hanno per ora investito fuori”.

Insomma, i criteri di bilancio sono rigidi e forse, attraendo i capitali dei ricchi, si possono trovare risorse anche per i poveri.








All the contents on this site are copyrighted ©.