2017-03-03 15:27:00

Ghana festeggia anniversari per indipendenza e relazioni con Santa Sede


Primo giorno di celebrazioni oggi ad Accra, in Ghana, per il 40.esimo anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e la Repubblica del Ghana e per il 60.esimo anniversario dell’indipendenza del Paese. L’inviato speciale del Papa è il cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Gli appuntamenti proseguiranno domani con una cerimonia ecumenica ed interreligiosa e termineranno il prossimo 6 marzo, giorno che ricorda l’indipendenza nell’ambito del Commonwealth, nel 1957. Il 14 giugno 1976, con l'instaurazione di rapporti diplomatici tra la Santa Sede e il Ghana, nasceva invece la Nunziatura apostolica locale. Giada Aquilino ha intervistato l’arcivescovo di Accra, mons. Charles Palmer-Buckle:

R. – Il 60.mo dell’indipendenza ricorre lunedì prossimo, 6 marzo. L’anniversario delle relazioni diplomatiche con la Santa Sede, avviate nel ’76, avremmo dovuto celebrarlo in verità l’anno scorso, ma abbiamo voluto rimandare a quest’occasione per festeggiare assieme le due ricorrenze. Il Ghana fu il primo Paese dell’“Africa nera”, come si chiamava a quei tempi, ad avere l’indipendenza dalla Gran Bretagna e guardando indietro nel tempo siamo grati al Signore perché il Paese è rimasto unito. Abbiamo adesso la quarta repubblica, con un governo democraticamente eletto. Quindi, Dio è stato veramente Padre e ha benedetto questo Paese. Vorrei anche dire che proprio oggi, 3 marzo, ricorre il 60.mo anniversario della consacrazione del Ghana al Sacro Cuore, tre giorni prima della dichiarazione d’indipendenza.

D. – Da poco si è insediato il nuovo presidente, Nana Akufo-Addo. Nel suo primo discorso, ha parlato di uno dei grandi problemi del Paese, cioè creare posti di lavoro. Qual è la situazione dei giovani?

R. – Il nuovo presidente ha parlato del fatto che dobbiamo creare veramente il lavoro per i giovani, perché i giovani al di sotto dei 35 anni costituiscono il 65 per cento della popolazione del Paese e parecchi ragazzi tra i 21-22 anni e i 40 sono diplomati, hanno seguito studi universitari e devono trovare lavoro, devono poter formarsi una famiglia. Questo è un problema molto grande per tutta l’Africa e specialmente per il nostro Paese.

D. – Quali sono le principali sfide per la Chiesa in Ghana oggi?

R. – La Chiesa cattolica rappresenta appena il 13,1 per cento della popolazione del Ghana; il 71 per cento della popolazione è cristiana. Allora continua per prima cosa l’evangelizzazione, la realizzazione di infrastrutture per la formazione, con scuole, corsi per i catechisti, e anche l’assistenza sanitaria che la Chiesa offre. Abbiamo tanto da fare, ma abbiamo la gioia di vedere crescere gradualmente i cattolici, non solo anagraficamente, ma anche nell’impegno a livello sociale, politico, culturale, della governance del Paese, della leadership. Cerchiamo di essere “il sale della terra e luce del mondo”. Certamente, la corruzione ancora c’è, esiste in Ghana, a livello politico, a livello economico, a livello sociale. Ma dobbiamo anche pensare alla formazione della coscienza sociale.

D. – Nel 1980, San Giovanni Paolo II venne in Ghana. Quanto il Paese aspetta una nuova visita del Papa?

R. – Lo avremmo voluto anche già ieri! Una visita del Santo Padre ci darebbe veramente un impulso molto positivo, anche un aiuto per i servizi che stiamo offrendo.








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