2017-03-03 12:48:00

Dal Papa il 24 marzo i leader dell'Unione Europea


Papa Francesco riceverà il prossimo 24 marzo i capi di Stato e di Governo dell'Unione Europea, presenti nella capitale per le celebrazioni del 60.mo anniversario del “Trattato di Roma”. Lo rende noto il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Greg Burke. L’incontro si svolgerà alle 18.00 nella Sala Regia del Palazzo Apostolico in Vaticano.

Il Papa nel suo discorso al Parlamento europeo a Strasburgo, il 25 novembre 2014, aveva elogiato l’Unione Europea nel promuovere i diritti umani, ma mettendo in luce il rischio di cadere nei diritti “individualistici” che dimenticano che “ogni essere umano è legato a un contesto sociale, in cui i suoi diritti e doveri sono connessi a quelli degli altri e al bene comune della società stessa". Poi aveva sottolineato che "un'Europa che non è più capace di aprirsi alla dimensione trascendente della vita è un'Europa che lentamente rischia di perdere la propria anima e anche quello spirito umanistico che pure ama e difende". Infine aveva lanciato l’appello a non avere paura del cristianesimo: "Ritengo fondamentale non solo il patrimonio che il cristianesimo ha lasciato nel passato alla formazione socioculturale del continente, bensì soprattutto il contributo che intende dare oggi e nel futuro alla sua crescita. Tale contributo non costituisce un pericolo per la laicità degli Stati e per l'indipendenza delle istituzioni dell'Unione, bensì un arricchimento".

Ricevendo il “Premio Carlo Magno” nel maggio dello scorso anno, il Papa aveva espresso il suo sogno per l’Europa: “Con la mente e con il cuore, con speranza e senza vane nostalgie, come un figlio che ritrova nella madre Europa le sue radici di vita e di fede, sogno un nuovo umanesimo europeo (…) Sogno un’Europa giovane, capace di essere ancora madre: una madre che abbia vita, perché rispetta la vita e offre speranze di vita”. “Sogno – aveva affermato – un’Europa che si prende cura del bambino, che soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca di accoglienza perché non ha più nulla e chiede riparo. Sogno un’Europa che ascolta e valorizza le persone malate e anziane, perché non siano ridotte a improduttivi oggetti di scarto”. “Sogno un’Europa, in cui essere migrante non è delitto, bensì un invito ad un maggior impegno con la dignità di tutto l’essere umano. Sogno un’Europa dove i giovani respirano l’aria pulita dell’onestà, amano la bellezza della cultura e di una vita semplice, non inquinata dagli infiniti bisogni del consumismo; dove sposarsi e avere figli sono una responsabilità e una gioia grande, non un problema dato dalla mancanza di un lavoro sufficientemente stabile”. Sogno – concludeva Francesco – un’Europa delle famiglie, con politiche veramente effettive, incentrate sui volti più che sui numeri, sulle nascite dei figli più che sull’aumento dei beni”. “Sogno un’Europa che promuove e tutela i diritti di ciascuno, senza dimenticare i doveri verso tutti. Sogno un’Europa di cui non si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stato la sua ultima utopia”.








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